Alluvione: ordinanza di Giani per smaltire 100mila tonnellate di rifiuti (come 70 campi di calcio)
FIRENZE – “Ho firmato l’ordinanza commissariale per gestire e smaltire più velocemente possibile i rifiuti provenienti dai comuni colpiti dagli eventi calamitosi. Anche i sedimenti, qualora gli stessi non siano stati a contatto con materiali inquinanti e non pericolosi, possono essere reimmessi in punti del reticolo idrografico individuati dal gestore del servizio idrico secondo l’ordinanza”.
Lo annuncia sui social il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
“Con questa ordinanza – ha detto il presidente – disponiamo di creare ulteriori aree di stoccaggio, almeno una in ogni Comune, nelle quali i rifiuti potranno restare fino a quando saranno smaltiti, negli impianti della nostra Regione ma anche in impianti messi a disposizione dalla generosità e dalla solidarietà delle altre Regioni. Dunque – riepiloga il presidente – avremo a disposizione sia le isole ecologiche di Alia, sia queste aree di stoccaggio provvisorio individuate dai Comuni”.
Con l’ordinanza n. 4 del 3 novembre la Regione aveva chiesto ai Comuni di individuare aree di primo stoccaggio, funzionali per semplificare e accelerare l’attività del gestore del servizio di raccolta.
Oggi, con il nuovo provvedimento, si chiede, invece, alle amministrazioni di indicare aree per i fanghi palabili e viene inoltre avviata la ricerca di ulteriori aree di stoccaggio di più grandi dimensioni, situate fuori dai centri abitati, dove i rifiuti potranno restare fino al loro avvio allo smaltimento finale.
“Anche per quanto riguarda gli spurghi – avvisa Giani – stiamo lavorando per evitare fenomeni di cartello e speculazioni. Stiamo assistendo alla richiesta di cifre esageratamente fuori mercato per offrire questo tipo di servizio, dunque con la nuova ordinanza ho disposto che sia il gestore del servizio idrico, quindi Publiacqua, a coordinare l’attività, contrattualizzare e gestire il rapporto con gli spurghisti”.
L’ordinanza stabilisce il modo in cui saranno gestite quattro tipologie di rifiuti post alluvione:
Sedimenti (fanghi acquosi): saranno gestiti direttamente da Publiacqua tramite la contrattualizzazione ed il coordinamento degli spurghisti. Se si tratta di acque non contaminate potranno essere reimmessi nelle fognature, dove possibile, oppure direttamente in alveo (dopo aver avuto il via libera dell’Autorità idraulica e del Comune).
Se si tratta di acque visivamente contaminate verranno trattate come rifiuti e gestiti negli impianti autorizzati.
Fanghi palabili: se provenienti da civili abitazioni, edifici pubblici e aree industriali dovranno essere posizionati in aree individuate dai Comuni e lì saranno gestiti come rifiuti urbani. Se invece provengono dal ripristino dei corsi d’acqua e dal ripristino delle infrastrutture viarie, se visivamente non appaiono misti ad altri materiali, potranno essere trattati come terre di scavo.
Rifiuti urbani: viene consentito a tutte le discariche della Toscana di accogliere i rifiuti provenienti dalle aree alluvionate derogando ai quantitativi giornalieri e annuali autorizzati. E’ inoltre stabilita la priorità nello smaltimento dei rifiuti urbani delle aree alluvionate.
Rifiuti speciali alluvionati: consentita una deroga ai codici identificativi dei rifiuti per semplificare il conferimento i discarica, in modo che tutte le discariche autorizzate a gestire rifiuti speciali possano gestire i rifiuti speciali alluvionati.
Secondo un primo calcolo, nei Comuni dell’Ato Toscana Centro colpiti dall’alluvione sono circa 45.000 le utenze coinvolte, distribuite su circa 900 strade, per una stima di 100.000 tonnellate e 350.000 metri cubi di materiale da rimuovere, un quantitativo pari a 70 campi da calcio di rifiuti alti un metro.
È quanto fatto sapere, in una nota, da Alia Servizi Ambientali. La priorità, emersa fin dalle prime ore dell’emergenza, è quella del recupero dei rifiuti ingombranti, ma anche Raee (rifiuti elettrici ed elettronici) e indifferenziati che i cittadini hanno accumulato a bordo strada dopo avere liberato le abitazioni e le attività commerciali invase dall’acqua.