
Firenze, manifesti Pro vita & famiglia: rimossi da Palazzo Vecchio in 24 ore. Fdi: “Decisione gravissima, oscurata immagine pagata”

FIRENZE – Sono stati rimossi a Firenze in meno di 24 ore i manifesti di Pro Vita & Famiglia apparsi nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 dicembre 2023 negli spazi per le affiffisioni comunali che riportavano la scritta: “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini nelle scuole, stop gender e carriere alias”.
E subito è scoppiata la polemica di Fdi per la decisione, assunta dall’assessore alle pari opportunità di Palazzo Vecchio Benedetta Albanese, di far coprire i manifesti: “Riteniamo gravissima e inaccettabile la decisione, con la quale si è chiusa la bocca, anzi si è oscurata un’immagine, tra l’altro regolarmente pagata, a una libera associazione di cittadini” affermano i consiglieri comunali di Fdi Iacopo Cellai e Alessandro Draghi che parlano di “immagine volutamente provocatoria certo, proprio per attirare attenzione sul tema, ma che non reca alcuna offesa a nessuno”.
Il Pd “non solo si dimostra intollerante ma pretende persino di stabilire quali manifesti si possano affiggere e quali no. Alla faccia della libertà di espressione. E sconcertano le dichiarazioni dell’assessore che bolla i manifesti come ‘lesivi dei diritti, discriminatori e inaccettabili’. I manifesti che abbiamo visto affissi con Mao, Lenin e Stalin vanno bene ma quello di Pro Vita non s’hanno da vedere. Così ha stabilito l’assessore Albanese in pieno stile ex Unione Sovietica. E le sue dimissioni sono l’unica cosa accettabile”.
Sull’episodio è intervenuta anche l’associazione dei consumatori Aduc: “Lascia attoniti l’intervento” dell’assessore Albanese. Non per il suo commento sul contenuto dei manifesti – “siamo d’accordo” -, ma per il divieto di affissione di manifesti “che, a nostro avviso, non ci sembrano lesivi del codice penale e, nel caso, dovrebbe essere la magistratura a stabilire l’eventuale censura”. “Nei giorni scorsi – aggiungono – la Russia ha vietato propaganda ed esistenza di quelli che essa chiama movimenti lgbtq”, in “tutto il mondo civile si è evidenziata l’assurdità e pericolosità di questa decisione. Il parallelo tra Firenze e Mosca ci viene spontaneo. Crediamo che sia soprattutto il metodo, e non il merito, che qualifichi i livelli di civiltà e democrazia delle istituzioni. E il metodo dell’assessora fiorentina è terrificante”.