Firenze: Sara Funaro candidata sindaco del Pd senza primarie. E Renzi lancia la sfida con Stefania Saccardi
FIRENZE – Da oggi, 5 dicembre, 2023, Sara Funaro lancia la sua campagna elettorale per diventare sindaco (o meglio siundaca) di Firenze. L’assemblea del Pd – come anticipato da Firenze Post – l’ha investita ufficialmente, smontando ogni possibilità di primarie o di altri “filtri”. Naturalmente ci sono stati complimenti e polemiche. Anche da parte di Matteo Renzi che lancia, in contrapposizione, la candidatura di Stefania Saccardi, vicepresidente e assessore all’agricoltura della Regione Toscana.
Sara Funaro, 47 anni, assessore al welfare e sanità, accoglienza e integrazione di Palazzo Vecchio, nipote di Piero Bargellihni, il sindaco che guidò Firenze nei giorni dell’alluvione del 4 novembre 1966, nel suo blog si presenta così: “Credo fermamente che gli anni e i luoghi nei quali nasciamo creino le basi per le strade che percorriamo durante la vita e che siano uno degli elementi fondanti dei nostri valori”.
Nata da madre cattolica e padre di religione ebraica, Renzo Funaro, già presidente dell’associazione Opera del Tempio Ebraico, Sara, laureata in psicologia, è psicologa e psicoterapeuta. Ha svolto un corso di perfezionamento in osicoterapia fenomenologica all’Università di Urbino e ha frequentato un master di etnopsichiatria al Centre Devereux di Parigi.
“Sono nata a Firenze nel 1976 – scrive – anno in cui Tina Anselmi fu la prima donna italiana nominata ministro, portando avanti importanti battaglie per i diritti delle donne. Anno in cui Jobs e Wozniach, due appassionati di informatica in un garage della California con pochi dollari in tasca, fondarono la Apple. Anno in cui Larry Mullen intenzionato a mettere su una band, affigge un volantino con un appello a cui rispondono in quattro e nascono gli U2. Sono nata negli anni in cui i sogni accompagnati da competenze e determinazione si iniziavano a realizzare. Sono nata in una città che si presenta da sola per bellezza e cultura, una città che è sempre stata baluardo della difesa dei diritti degli uomini, a partire dall’abolizione della pena di morte. Ho avuto la grande fortuna di crescere in una famiglia nella quale le differenze religiose, culturali e identitarie sono state sempre elemento di unione, attraverso il confronto e il rispetto reciproco”.
“Il mio mondo è sempre stato il sociale: ho iniziato a fare volontariato da adolescente con i bambini e i ragazzi disabili, ho continuato lavorando come operatrice con i minori, nella salute mentale e nelle dipendenze durante l’università – racconta sempre Funaro nel suo blog – sono stata in Brasile, a Salvador Bahia, dove ho lavorato con bambini di strada e presso comunità psichiatriche”.
In seguito alla formazione universitaria, Sara Funaro ha lavorato come psicoterapeuta clinica con studio privato ed è stata cofondatrice della scuola di psicoterapia fenomenologico dinamica. Ha lavorato come psicoterapeuta presso l’Ospizio Israelitico e come formatrice del personale in vari enti in Italia oltre che supervisore di realtà che lavoravano con persone provenienti da situazioni traumatiche, in particolar modo situazioni migratorie, oltre che in associazioni che si occupavano di mediazione culturale.
“Sono convinta che fare politica significhi mettersi al servizio degli altri. Don Milani diceva che il problema degli altri è uguale al nostro e che uscirne tutti insieme é politica, uscirne da soli è avarizia”.
È con questo spirito che Sara Funaro ha iniziato la sua attività prima, nel 2009, come vicepresidente dell’Asp Firenze Montedomini e dal giugno 2014 al fianco del sindaco Dario Nardella come assessore a Welfare e Sanità, Accoglienza e Integrazione, Pari Opportunità e Casa. E’ stata confermata assessore nel 2019.
Dario Nardella, naturalmente, ha voluto la cabndidatura di Sara Funaro. E a proposito dell’ex assessora Cecilia Del Re, che a vrebbe ambito a scendere in lizza anche attraverso le primarie, il sindaco ha detto: “Ho apprezzato le sua parole sull’importanza di mantenere un canale di dialogo” con i vertici del Pd cittadino. “Ora il mio compito è portare in fondo i progetti che abbiamo avviato e che dobbiamo chiudere in questi mesi”, aggiunge a margine di un evento in città.
“Come ho sempre detto, mi occuperò di Firenze fino all’ultimo giorno del mio mandato. Quanto alle alleanze e agli sviluppi della campagna elettorale sarà giustamente il partito e la candidata Funaro ad occuparsene, con lo spirito con cui mi pare abbiano lavorato finora: grande apertura, disponibilità e dialogo con tutti”.
RENZI – Su X, Matteo Renzi scrive: “A Firenze il Pd rinnega le primarie. E sceglie la candidatura alleandosi con la sinistra radicale: sarà interessante leggere il programma sull’aeroporto, sullo stadio, sui servizi pubblici. Sabato racconteremo con Stefania Saccardi, perché noi la pensiamo in un altro modo. Ma proprio in un altro modo. Abbiamo scelto di fare la conferenza stampa in un luogo di libertà: le Murate. Ci vediamo sabato, inizia una sfida fantastica”.
DI GIORGI – Anche Rosa Maria Di Giorgi, ora espontente di Italia Viva, attacca a sua voilta i Dem: “Il Pd dice no alle primarie e decide di scegliere il candidato sindaco con una consultazione interna, In contraddizione assoluta con i principi statutari del Pd. Una chiusura che mai si era vista in città e che forse non avremmo immaginato in questa forma. A maggio avevo chiesto le primarie. Ci fu un’alzata di scudi sproporzionata contro di me. Guai a interferire in un percorso già tracciato e che infatti si è concluso ieri sera sul nome predefinito da mesi e mesi. Ho capito subito che non c’era alcuna intenzione di cambiare ciò che era stato deciso da pochi. I dirigenti Pd me lo dissero chiaramente”.
E ancora: “Ho sperato che cambiassero idea, vista la richiesta diffusa di primarie in città o comunque di un percorso condiviso dalla coalizione. Nelle settimane successive, dalle fila di Italia Viva, ho seguito il cammino di Cecilia Del Re nella sua richiesta legittima. Niente da fare. Hanno scelto un candidato in solitudine. Adesso cambierà il quadro politico. Si è scelto di non percorrere un cammino di partecipazione, di democrazia e di apertura alla città e alle idee di tutti. Una paura ossessiva delle primarie, ma non solo, anche la paura di aprire a un candidato condiviso dalla coalizione. La tempesta perfetta. Davvero un’occasione persa per il centrosinistra”.