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Putin-Netanyhau: telefonata di 50 minuti. Il premier israeliano: “I terroristi si arrendano”. Hamas: “Nessun ostaggio tornerà vivo”

Soldati Israeliani

Colloquio telefonico Putin-Netanyhau. Mosca respinge il terrorismo ma non sopporta la “terribile” situazione dei civili a Gaza. Lo ha detto – secondo l’agenzia Tass – il presidente Vladimir Putin nella telefonata di 50 minuti circa avuta con il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Intanto l’esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso Imad Krikae, comandante del battaglione di Hamas nel rione di Sajaya, a Gaza City. Era responsabile del lancio di razzi anti-carro e anche di “raid terroristici” condotti in Israele. In un incontro con la stampa il portavoce militare Daniel Hagari ha precisato che “duri combattamenti” sono in corso oltre che a Sajaya, anche a Jabalya e a Khan Yunis.

A Gaza, ha aggiunto, l’esercito ha assunto il controllo dell’area circostante la ‘Piazza Falastin’ dove – ha affermato – si trovano l’ufficio del leader locale di Hamas Yahya Sinwar, tunnel militari e altri “punti di forza” di Hamas. Secondo Hagari l’esercito ha già inflitto, nel nord della Striscia, “dure perdite” ai comandanti di Hamas sul terreno. “Noi ci prefiggiamo di raggiungere comunque le sue tre figure al vertice: Sinwar, Muhammed Deif e Marwan Issa”.

Ma torniamo alla conversazione fra Mosca e Tel Aviv: secondo la stessa fonte, si è incentrata “sulla catastrofica situazione umanitaria nella Striscia” con l’aggiunta che la risposta militare israeliana all’attacco di Hamas non può condurre “a così terribili conseguenze per per la popolazione civile”.

Mosca, secondo la Tass, si è detta “pronta a fornire ogni possibile assistenza per alleviare le sofferenze dei civili e far de-escalare il conflitto”. Sia la Russia sia Israele, conclude la Tass, continueranno a “cooperare” per far evacuare i russi da Gaza e liberare gli ostaggi israeliani.

La risposta di Netanyhau è stata un messaggio ad Hamas: “Ai terroristi io dico che è finita, non morite per Sinwar, arrendetevi adesso”. Aggiungendo che “negli ultimi giorni decine di terroristi si sono arresi di fronte alle nostre forze, gettano le armi e si consegnano ai nostri eroici combattenti”.

Altrettanto dura la replica di Hamas: “Nessuno degli ostaggi nelle mani di Hamas lascerà vivo il territorio palestinese se le richieste del movimento islamico non saranno soddisfatte”, avverte Hamas.

Minacce alle quali le autorità israeliane hanno risposto intensificando i combattimenti. La guerra continuera’ “finche’ sara’ necessario per garantire che Hamas non possa mai piu’ danneggiare il nostro popolo”, ha detto il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy. A Gaza rimangono circa 137 ostaggi, ha fatto sapere Israele, mentre la guerra ha gia’ causato quasi 18 mila morti tra i palestinesi e 98 tra le forze armate dello stato ebraico.

Il Qatar, principale mediatore tra le due parti, ha assicurato che gli sforzi per un nuovo cessate il fuoco e ulteriori rilasci di ostaggi “continueranno”, ma ha avvertito che i bombardamenti israeliani stanno “riducendo” le possibilita’.

Il movimento islamico ha affermato che Israele ha lanciato una serie di “attacchi molto violenti” domenica mattina contro la citta’ meridionale di Khan Younis e l’autostrada che collega la citta’ a Rafah, sul confine con l’Egitto. L’esercito israeliano ha riferito di aver colpito piu’ di 250 obiettivi in 24 ore, compresi i centri di Hamas e gli ingressi dei tunnel nel sud di Gaza.

Secondo entrambe le parti, gli scontri tra soldati e miliziani palestinesi sono concentrati soprattutto nella regione di Khan Younis a sud, e a Jabaliya e Gaza City a nord. Da parte sua, Hamas ha continuato a lanciare razzi contro Israele; la stragrande maggioranza e’ stata intercettata.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha avvertito che “la situazione si sta rapidamente evolvendo verso una catastrofe” che potrebbe avere conseguenze “irreversibili” per i palestinesi e la regione. Ha denunciato anche la “paralisi” delle Nazioni Unite di fronte alla guerra, dopo che gli Stati Uniti hanno posto il veto su una risoluzione per chiedere un cessate il fuoco.



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