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Commesse Anas: figlio di Verdini agli arresti domiciliari. L’accusa: corruzione

Tommaso Verdini Ok
Tommaso Verdini (foto dai social)

ROMA – E’ agli arresti domiciliari Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis Verdini, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Roma su commesse Anas. La stessa misura cautelare è stata disposta dal gip nei confronti di altre quattro persone mentre per altre due è scattata la misura interdittiva della sospensione per un anno dal servizio.

Nel luglio dello scorso anno Verdini era già stato indagato dai pm capitolini che avevano disposto perquisizioni in varie parti di Italia per ricostruire il sistema di consulenze e appalti pubblici banditi dalla società di Stato che gestisce le arterie stradali del Paese e i cui vertici sono del tutto estranei alle indagini.

AGGIORNAMENTO DELLE 20,00

Commissioni di gara per l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro. E’ l’appalto finito sotto la lente degli inquirenti della Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulle commesse Anas che ha portato agli arresti domiciliari Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis, che risulta anche lui indagato, e altre quattro persone.

In una nota la Procura capitolina spiega che ”è stata data esecuzione a un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Roma, applicativa degli arresti domiciliari nei confronti di 3 imprenditori e 2 responsabili di una società di consulenza per i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti.

Per gli stessi reati è stata disposta, inoltre, la misura interdittiva della sospensione dallo svolgimento del pubblico ufficio nei confronti di un dirigente e un funzionario di Anas Spa., i quali avrebbero messo a disposizione di privati le proprie funzioni pubbliche – fornendo informazioni e documenti riservati ovvero avvicinando indebitamente membri delle commissioni di gara – al fine di garantire alle imprese rappresentate dagli odierni arrestati l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro”.

”Le utilità promesse – si legge nella nota – per come ricostruito nelle indagini coordinate da questo Ufficio di Procura e svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, sarebbero consistite nell’intervento dei consulenti arrestati per far ottenere ai funzionari indagati avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas S.p.A”.

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