Commesse Anas: caso Verdini alla Camera. Pd e M5S: “Salvini in Aula”. Ma Costa rompe il fronte dell’opposizione
ROMA – Irrompe nell’aula della Camera impegnata sulla manovra, l’inchiesta che coiunvolge il figlio di Denis Verdini. I 5 Stelle chiedono che il ministro Matteo Salvini riferisca in aula. Si associano alla richiesta anche Pd e Alleanza Verdi e Sinistra. Ma la bagarre esplode quando Enrico Costa di Azione, presentatore dell’emendamento – cosiddetto “bavaglio” – che vieta la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare, si smarca dalla richiesta rompendo, tra le proteste, il fronte delle opposizioni.
“Non possiamo portare avanti lo schema delle informative a gettone, a gettone della stampa quotidiana. Non si interessa il Parlamento all’inizio di un inchiesta”, dice Costa in aula.
A sollevare il caso dell’inchiesta Verdini era stato Federico Cafiero de Raho dei 5 Stelle, chiedendo un’informativa urgente di Salvini sul “sistema di consulenza e appalti pubblici banditi da Anas” perchè “bisogna che il parlamento sappia in quale misura i fatti coinvolgano Anas, per quanti e quali appalti, quali misure adottate per prevenire la corruzione, quale coinvolgimento degli esponenti delle istituzioni” e per questo “chiediamo che il ministro venga urgentemente a riferire rispettando in pieno la presunzione di innocenza ma pretendendo chiarezza sui fatti di cui la stampa parla”.
Quindi si associa alla richiesta il Pd con Debora Serracchiani. “Apprendiamo dai quotidiani odierni vicende gravissime che riguardano alcuni membri del governo. Non ci riguarda la vicenda giudiziaria che avrà il suo corso, ma il punto politico si. Il governo non ha ancora ritenuto di smentire quanto riportato dai giornali. È necessario quindi fare chiarezza circa comportamenti incompatibili con il buon funzionamento delle istituzioni”. E poi Angelo Bonelli per Avs: “La vicenda giudiziaria farà il suo corso, ma che esponenti di governo incontrino in abitazioni private o a cena imprenditori con interessi su appalti è un problema politico”.
Nel suo intervento, Serracchiani cita anche l’emendamento Costa: “Rileviamo inoltre che veniamo a conoscenza di queste gravi vicende dal contenuto dell’ordinanza di custodia cautelare, proprio quell’atto che, grazie all’emendamento bavaglio all’informazione di Costa e della maggioranza, non sarà più possibile apprendere come cittadini”.
E a stretto giro interviene l’esponente di Azione. “Vorrei ricordare a Cafiero de Raho che non siamo in tribunale a fare requisitorie, vorrei ricordargli sommessamente che ha cambiato mestiere”. E qui già partono le prime proteste dai banchi delle altre opposizioni.
E poi Costa continua: “Ho ascoltato l’onorevole Bonelli dire ‘non siamo interessati dalle vicende giudiziarie’ quando ogni settimana presenta un esposto alla magistratura e ho ascoltato l’onorevole Serracchiani dire che è una ‘questione politica’, quando con alcuni esponenti del suo partito ha cercato di costituirsi parte civile nel procedimento penale nei confronti di un sottosegretario”.
Quindi Costa si smarca dalla richiesta di informativa di Salvini: “Non possiamo portare avanti lo schema delle informative a gettone, a gettone della stampa quotidiana. Non si interessa il Parlamento all’inizio di un’inchiesta. Anche io ho letto il riferimento a un sottosegretario non indagato, ma credo siano fatti del 2021, quando c’era il governo Draghi, è evidente che andare a chiamare un ministro in carica su temi passati sia una cosa fatta a sproposito”.