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Firenze, Maggio Musicale: «Peer Gynt» di Grieg in forma semiscenica

Il direttore d’orchestra Nikolas Nägele (foto dal suo sito)

FIRENZE – Martedì 16 e mercoledì 17 gennaio 2024 alle 20 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si apre la stagione 2024 con Peer Gynt, ovvero con le musiche di scena composte daEdvard Griegper il capolavoro omonimo diHenrik Ibsen. Un titolo che non tornava in cartellone dal 2002. Sul podio, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, il maestroNikolas Nägele, formato all’Accademia del Maggio, poi Kapellmeister alla Deutsche Oper di Berlino e più volte assistente di Christian Thieleman a Salisburgo e a Bayreuth.

Nei panni del protagonista, il grande attore fiorentinoSandro Lombardi; l’attriceElena Ghiaurovè la madre Aase e l’innamorata Solvejg; l’attoreAnnibale Pavone è Il mago. Gli interventi cantati sono affidati al sopranoAitana Sanz-Péreze al mezzosopranoOlha Smokolina, entrambe talenti dell’Accademia del Maggio, rispettivamente nelle parti di Solvejg e Anìtra;Constanza Antunica,Nadia Pirazzini,Chiara Chisu, artiste del Coro del Maggio, sono le Drei Säterinnen. Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini.

Peer, figlio di un alcolizzato che ha dilapidato il patrimonio, vorrebbe recuperare lo status di un tempo, ma si perde in fantasticherie ed è inconcludente e incline al vizio come il padre; coinvolto in una rissa, fugge e incontra la figlia del re dei troll, che lo vorrebbe sposare. Solveig, che lo ama, lo raggiunge nella capanna nella foresta, ma Peer si rimette in viaggio e resta lontano per diversi anni, assumendo varie identità fra Marocco ed Egitto; prova a sedurre Anitra, figlia di un beduino, e finisce in manicomio al Cairo, dove viene acclamato imperatore.

Ormai vecchio, sulla via del ritorno in patria, naufraga; il Passeggero Sconosciuto vorrebbe usarne il cadavere per scoprire dove si trovano i sogni. Tornato in Norvegia, Peer Gynt assiste al funerale di un compaesano e partecipa a un’asta, dove vende tutto ciò che possiede della sua vita precedente. Il Fonditore di bottoni sostiene che l’anima di Peer deve finire nel crogiolo di un fonditore insieme ad altri oggetti fusi mal riusciti se Peer non è in grado di dire quando, nel corso della propria vita, è stato “se stesso”, l’Uomo Magro” (il diavolo?) non lo ritiene un vero peccatore da mandare all’inferno; infine Peer, antieroe già scapestrato e alla fine molto confuso, ritrova la fedele e ingenua Solveig.

Ibsen, creato il poema per la lettura, una decina d’anni dopo lo volle portare in teatro e ciese a Grieg di comporre le musiche di scena; la raffinata partitura per soli, coro e orchestra fu stesa fra il 1874 e il 1875 ed ebbe un successo considerevole anche indipendentemente dal testo di Ibsen; Grieg ne ricavò anni dopo due suite sinfoniche di quattro episodi ciascuna (op. 46 e 55), che diventarono le sue composizioni più popolari. È in quest’opera che si trova il celeberrimo Mattino.

Osserva Nikolas Nägele: “Il testo di Henrik Ibsen è davvero molto romantico e filosofico, ricco di emozioni che Grieg è stato capace di trasformare in musica; una musica bellissima e dotata di una strumentazione ricca e personale, che fa trasparire in modo chiaro lo stile ‘genuino’ del compositore: è un linguaggio davvero unico. Abbiamo inoltre un cast davvero formidabile, composto non solo da cantanti ma anche da grandi attori come Sandro Lombardi; abbiamo dunque come risultato questo dialogo interessantissimo fra l’Orchestra, il Coro, i cantanti e gli attori; una situazione davvero singolare, nella quale l’attore ha modo di trasmettere delle emozioni particolari, evocando determinate sensazioni solo con il modo di parlare o di recitare.”

Riprende la drammaturgia dello spettacolo, dopo aver curato anche quella del 2002 al vecchio Teatro Comunale,Pier Paolo Paciniche, nel parlare della produzione, ha sottolineato di come la componente psicoanalitica sia assolutamente centrale, non solo nel racconto di Henrik Ibsen, ma anche nella sua rielaborazione semiscenica.

“Nel 1900 conL’interpretazione dei sognidi Sigmund Freud finisce una concezione del mondo basata su un ordine creato dalla ragione e si entra in un mondo diverso, inquieto, dove i confini tra realtà e immaginazione non sono più così definiti. Henrik Ibsen scrissePeer Gyntnel 1867. Sarebbe quindi un falso storico affermare che ci possa essere una relazione tra questo lavoro e il saggio di Freud, ma la forte simbologia dell’opera di Ibsen, i vari riferimenti del protagonista ad un “io gyntiano” e la storia stessa, così complessa e misteriosa, autorizzano a pensare alla possibilità di spostare la vicenda da un piano realistico ad uno onirico, trasformando i luoghi del viaggio di Peer in rappresentazioni di diversi luoghi della mente; una metafora del suo mondo interno, un viaggio senza spostamento fisico che trasforma la realtà esterna “nella stessa sostanza dei sogni”.

Da qui l’idea di un concerto per voci e orchestra e di una rielaborazione del testo come una vera e propria lettura psicoanalitica, una lettura volutamente parziale, che però permette di evidenziare il vero tema di questa opera, che parte dalla vicenda specifica di Peer Gynt – o a questo punto potremmo dire del suo Io – per arrivare a quella più generale della condizione umana, passando cioè dal livello personale di Peer a quello di Umanità. Infatti la linea psicoanalitica, per sua stessa natura indotta a prendere le distanze dalla filosofia, dalla metafisica e dalla teologia, non affronta il tema del trascendimento e quindi dello sviluppo spirituale. Così lascia pieno spazio per permettere a Peer di porre la domanda finale del dramma di Ibsen, necessaria, ineluttabile, ed evidenziarla come universale: che cosa succederà del “nostro vero Io?”.

Parlando del protagonista del racconto, Peer Gynt, da lui interpretato,Sandro Lombardi– che torna al Maggio a distanza di pochi anni dallo spettacoloLa valigia di Raveldel maggio 2017, ha definito quelle che sono le caratteristiche della parte: “Interpretare il personaggio di Peer Gynt è come affrontare un intero mondo poetico: tutto quello che riguarda non solo l’opera di Ibsen ma anche tutta la mitologia nordica, dei fantasmi, è quasi come se uno dovesse interpretareSogno d’una notte di mezza estate; parliamo davvero di un mondo a parte che si riassume in questo furfantello che sì, è circondato da numerose donne, tra cui sua madre, ma comunque un po’ stordito e che si ritrova improvvisamente vecchio, con la sensazione di non aver combinato quasi nulla in vita propria. Persino il diavolo, che lo fronteggia a un certo punto, gli fa notare come egli non abbia neanche dei peccati da mettere in conto e dunque di non essere stato nemmeno capace ‘di guadagnarsi’ l’inferno.”

PEER GYNT diEdvard Grieg Musiche di scena op. 23 per il dramma omonimo di Henrik Ibsen per soli, coro e orchestra (in forma di concerto) Orchestra e Coro del Maggio Musicale FiorentinoMaestro concertatore e direttoreNikolas Nägele Peer GyntSandro Lombardi Aase, SolvejgElena Ghiaurov Il magoAnnibale Pavone SolvejgAitana Sanz Pérez AnìtraOlha Smokolina Tre mandrianeConstanza Antunica,Nadia Pirazzini,Chiara Chisu Maestro del coroLorenzo Fratini DrammaturgiaPier Paolo Pacini

Con sopratitoli in italiano delle parti cantate a cura di Prescott Studio, Firenze; consulenza linguistica norvegese Sidsel Vivarelli Colonna e Christel Smith

Venerdì 12 gennaio 2024, alle ore 17, nel Ridotto del Foyer di Galleria del Teatro del Maggio, Luisa Sclocchis presenta l’opera al pubblico.

Prezzi: Settore D: 20€ Settore C: 35€ Settore B: 50€ Settore A: 70€; biglietti in biglietteria, nei punti Box office e direttamente sul sito del Maggio (qui senza diritti di prevendita)

Lo spettacolo è presentato in due parti dalla durata di un’ora circa ognuna, con un intervallo di trenta minuti.

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