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Saluto romano, la Cassazione: “Applicare la legge Scelba sull’apologia del fascismo”

Saluto Romano

ROMA – Secondo la Corte di Cassazione, il saluto romano va contestato in base alla legge Scelba sull’apologia del fascismo e in particolare l’articolo 5. Infatti le sezioni unite della Cassazione hanno disposto un processo di appello bis per otto militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto nel corso di una commemorazione a Milano nel 2016. Ma la difesa degli imputati sostiene che il provvedimento non giudica il saluto romano punibile se si tratta di una commemorazione.

Ma andiamo avanti. Nella mattinata di oggi, 18 gennaio 2024, l’avvocato generale e pg di Cassazione Pietro Gaeta aveva sostenuto che “il saluto fascista rientra nel perimetro punitivo della ‘legge Mancino’ quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico”.

Le Sezioni Unite della Suprema Corte erano chiamate ad affrontare la questione dopo che la prima sezione penale aveva trasmesso, nel settembre scorso, atti al fine di sciogliere un nodo interpretativo sul saluto fascista.

Nelle informazioni provvisorie la Suprema Corte afferma che “la ‘chiamata del presente’ o ‘saluto romano’ è un rituale evocativo della gestualità propria del disciolto partito fascista, integra il delitto previsto dall’articolo 5 delle Scelba, ove, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista”.

I giudici, inoltre, ritengono che “a determinate condizioni può configurarsi” anche la violazione della legge Mancino’ che vieta “manifestazioni esteriori proprie o usuali di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. I due delitti possono concorrere sia materialmente che formalmente in presenza dei presupposti di legge”.

I giudici, inoltre, ritengono che “a determinate condizioni può configurarsi” anche la violazione della legge Mancino’ che vieta “manifestazioni esteriori proprie o usuali di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. I due delitti possono concorrere sia materialmente che formalmente in presenza dei presupposti di legge”.

“Le sezioni unite della Cassazione dichiarano che il saluto romano è punibile dalla legge Scelba solo quando per le circostanze concrete della sua esplicazione e manifestazione ci sia reale e concreto pericolo di ricostituzione del partito fascista. Cosa che ovviamente non è nella cerimonia commemorativa del presente”. Così l’avvocato Domenico Di Tullio difensore di due fra gli imputati per il saluto romano durante la commemorazione avvenuta a Milano nel 2016 dopo la decisione delle Sezioni Unite dellaCassazione.

”Il saluto romano fatto da oltre 40 anni nel corso di commemorazioni di defunti e vittime del terrorismo non è reato”, sottolinea. “Per la contestazione della Legge Mancino è necessario che ci sia un’organizzazione che ha tra gli scopi la discriminazione razziale e la violenza razziale. Non è il caso del presente e del saluto romano che non ha i requisiti della riorganizzazione né di discriminazione. Non è dunque sussumibile nelle due fattispecie ipotizzate”,

La Russa: la sentenza sul saluto romano si commenta da sola

“Da avvocato il presidente aveva dichiarato che “attendeva con interesse di conoscere l’esito della imminente decisione a sezione riunite della Cassazione” perché riteneva “occorresse chiarezza”. Oggi non parla e si limita a far sapere che la decisione della Cassazione che annulla la sentenza della corte di appello e dispone nuovo processo “si commenta da sola””.

E’ quanto si apprende da fonti vicine al presidente del Senato Ignazio La Russa sulla decisione delle sezioni unite della Cassazione che hanno disposto un processo di appello bis per 8 militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto durante una commemorazione a Milano nel 2016 per Sergio Ramelli.

Casapound: ‘Una vittoria storica’

In una nota, Casapound Italia parla di vittoria storica: “La decisione dellaCassazioneche annulla la sentenza di condanna per le 8 persone identificate che hanno partecipato alla commemorazione di Sergio Ramelli nel 2016 è una vittoria che finalmente mette fine a una serie di accuse che non avevano alcun senso, con buona pace di chi, ad ogni Presente, invoca condanne e sentenze esemplari”.

“Il saluto romano – continua la nota – sarà reato solamente se c’è un effettivo pericolo concreto di ricostituzione del partito fascista, cosa assolutamente esclusa nel caso di commemorazioni. Questa vittoria mette la parola fine anche alle polemiche indegne che si sono scatenate dopo la commemorazione di Acca Larenzia dove, invece di indignarsi perché dopo 40 anni degli assassini sono ancora a piede libero, la sinistra democratica ha subito chiesto processi e condanne per chi ha deciso di ricordare”.

“Certo, continueremo a fare il saluto romano”, aggiunge il portavoce di Casapound, Luca Marsella. “Come già ribadito – aggiunge -, noi continueremo a organizzare e a presenziare Acca Larentia”.

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