Corte di giustizia dell’Aja: “Israele eviti genocidio a Gaza”
L’AJA (OLANDA) – Servono “misure provvisorie contro Israele per prevenire qualsiasi di atto di genocidio a Gaza”. E’ la conclusione della giudice americana Joan Donoghue, della Corte internazionale di giustizia dell’Aja.
La Corte ritiene che “esista una controversia tra Israele e Sudafrica” e attribuisce alla Corte stessa “la giurisdizione per pronunciarsi sul caso”. Lo giudice americana ritiene che “alcuni atti sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio”, e “la Corte ritiene di non poter accogliere la richiesta di Israele di archiviare il caso”.
La Corte dell’Aja stabilisce che almeno alcune delle denunce di violazione dei diritti umani presentate dal Sudafrica siano giustificate. La giudice Donoghue – secondo quanto riportato da Haaretz – ha affermato che la corte è consapevole della portata della tragedia umana che si sta verificando nella regione ed è profondamente preoccupata per la continua perdita di vite a Gaza.
Donoghue ha citato il coordinatore dei soccorsi d’emergenza delle Nazioni Unite Martin Griffiths che ha affermato che “Gaza è diventata un luogo di morte e disperazione”. Il giudice afferma che a Gaza sono state sfollate 1,7 milioni di persone e che l’enclave è diventata “inabitabile” ma osserva, tuttavia, che i numeri provenienti da Gaza non possono essere verificati in modo indipendente.
Hamas sta operando “dall’interno e intorno agli ospedali Nasser e al-Amal a Khan Yunis” nel sud della Striscia. Lo ha denunciato l’esercito israeliano secondo cui “il sistematico uso degli ospedali da parte di Hamas è stato ripetutamente documentato”.
A questo proposito, il portavoce militare ha ricordato che due settimane fa “il radar dell’esercito ha identificato un lancio di razzi dall’interno del compound dell’ospedale Nasser”. “I fatti sul campo – ha spiegato – smentiscono la palese disinformazione diffusa nelle ultime 72 ore secondo cui gli ospedali sono sotto assedio o attacco”.
L’esercito ha aggiunto di “essere in contatto con i direttori degli ospedali e il personale medico, al telefono e sul campo, per garantire che gli ospedali possano rimanere operativi e accessibili”. Il portavoce militare ha spiegato che “non vi è alcun obbligo di evacuare gli ospedali”.
“Al contrario è stato ribadita – ha sottolineato – l’importanza di salvaguardare e proteggere questi ospedali affinché possano continuare a fornire servizi medici alla popolazione di Gaza”. I soldati – secondo la stessa fonte – sono state informati “dell’importanza di operare con cautela nell’area degli ospedali e dei rifugi designati prima della loro operazione contro Hamas in quest’area”.
“Gli abitanti di Gaza che desiderano spostarsi dagli ospedali Nasser e Al-Amal, come molti hanno scelto di fare, – ha fatto sapere il portavoce militare – possono passare attraverso il corridoio di via Al-Bahar, situato sul lato occidentale degli ospedali. L’esercito ha comunicato queste informazioni in arabo attraverso i canali dei media, distribuendo volantini in arabo nell’area, nonché attraverso i soldati dell’IDF di lingua araba che sono schierati sul campo a Gaza per mantenere i contatti con la popolazione locale”.
“Idf – ha concluso – sta continuando “il coordinamento con i direttori degli ospedali, il personale medico e le organizzazioni internazionali. Ad oggi, le richieste degli ospedali sono state soddisfatte e non abbiamo riscontrato alcun incidente che confermi le notizie inesatte che circolano in alcune parti dei media”.
“Non c’è differenza fra uomini, donne, anziani e bambini. Tutti sono obiettivi legittimi per essere colpiti o prigionieri di guerra”: questa l’indicazione impartita ai miliziani di Hamas dal suo Consiglio della Shura (la guida politico-religiosa). Lo ha riferito la televisione pubblica israeliana Kan citando un documento recuperato dall’esercito in una base di Hamas a Gaza.
“L’intera società sionista – si legge – è un collettivo di coloni, responsabili del furto di terre, di stragi e di profanazioni di luoghi santi islamici”. Secondo l’emittente “la crudeltà di Hamas aveva un avallo religioso, era progettata fin dall’inizio”.
KHAN YUNIS – Il portavoce militare israeliano informa di “intense battaglie sono in corso a Khan Yunis, nel sud della striscia di Gaza ed Israele continua a colpire decine di “obiettivi terroristici di Hamas”.
Nel corso di una serie di operazioni svolte a Khan Yunis, aggiorna il sito delle forze armate, sono stati scoperti 200 imbocchi di tunnel militari, sono state distrutte 130 “infrastrutture di Hamas” e sono state bombardate dieci postazioni di lancio di razzi.
Nel nord della Striscia altre “infrastrutture terroristiche di Hamas” sono state colpite grazie ad una attività combinata di forze di terra aiutate dall’aviazione. In particolare un velivolo militare ha centrato un edificio “pieno di esplosivi'”.
Secondo il quotidiano Israel ha-Yom in oltre tre mesi di combattimenti le scorte di razzi di Hamas si sono quasi esaurite del tutto, dopo che ne ha lanciati oltre 9.000 verso Israele e dopo che quasi altrettanti sono stati distrutti a terra dalle forze israeliane. Il giornale stima che Hamas abbia adesso solo alcune centinaia di razzi.