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Netanyhau: “La guerra finirà solo con la distruzione totale di Hamas”. Abu Mazen: “Usa riconoscano la Palestina”

Biden E Netanyhau
Biden e Netanyhau a Tel Aviv (Foto d’archivio)

TEL AVIV – Senza dubbi, Netanyhau va a quello che, secondo lui, è il cuore del problema: “Se ci arrendiamo ad Hamas non solo non arriveremo al rilascio degli ostaggi, ma ad un secondo massacro. Il giorno dopo la guerra, sarà il giorno dopo Hamas. A Blinken ho detto che dobbiamo smilitarizzare completamente Gaza”.

E ancora: “Ho detto a Blinken che Israele è ad un passo dalla vittoria totale”. Lo ha detto Netanyahu ribadendo che l’obiettivo è la “vittoria totale di Israele”. Il premier ha poi annunciato di aver dato ordine all’esercito di avanzare verso Rafah, nel sud della Striscia, ad un passo dall’Egitto, ed ha confermato che “solo la pressione militare agisce per la liberazione degli ostaggi. I nostri soldati non sono caduti invano”.

La replica di un funzionario di Hamas: “La continuazione della guerra a Gaza da parte del premier israeliano Benyamin Netanyahu dimostra che il suo obiettivo è il genocidio”.

Il funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha affermato che le affermazioni di stasera del premier israeliano Netanyahu dimostrano “una forma di spacconaggine politica, che indica la sua intenzione di portare avanti il conflitto nella regione”. Hamas è “pronto ad affrontare tutte le opzioni”, ha aggiunto Abu Zuhri, come riporta il Guardian.

L’esercito di Israele sta comportandosi in maniera brillante a Gaza, destando ammirazione anche in altri eserciti. Lo ha sostenuto Netanyahu citando da un lato i successi registrati finora dalle truppe israeliane nella Striscia, e dall’altro menzionando l’esperienza Usa in Iraq. “A Mosul – ha detto – sono stati necessari nove mesi per aver ragione di 5.000 terroristi, in una città peraltro più piccola di Gaza e priva di infrastrutture militari sotterranee paragonabili a quelle di Gaza. Noi in 4 mesi abbiamo ucciso o ferito 20 mila terroristi, oltre metà delle forze di Hamas”.

E’ importante “il riconoscimento Usa dello stato palestinese e della sua piena adesione all’Onu attraverso una decisione del suo Consiglio di sicurezza”. Lo ha detto il presidente Abu Mazen incontrando a Ramallah in Cisgiordania il segretario di stato Usa Antony Blinken al quale ha ribadito che Israele deve “fermare subito la sua aggressione a Gaza”.

Abu Mazen ha quindi ribadito – secondo l’agenzia Wafa – la necessità di una Conferenza internazionale di pace, sottolineando che “la pace e la sicurezza si ottengono attraverso l’attuazione dei 2 Stati” con uno palestinese con Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza.

Non avrà luogo l’incontro privato fra il segretario di Stato Usa Antony Blinken ed il capo di stato maggiore israeliano, generale Herzi Halevy, che compariva nel programma della visita diffuso ieri da parte americana. La ragione, sostiene Israel ha-Yom, è dovuta all’opposizione espressa dall’ufficio del premier Benjamin Netanyahu.

Una fonte politica, citata dal giornale, ha rilevato che nei rapporti diplomatici non è normale che un ministro straniero incontri un responsabile militare dell’altro Paese senza la presenza di un dirigente politico. “Israele non è una repubblica delle banane”, ha aggiunto la fonte.

Per l’intesa con Israele sugli ostaggi, Hamas propone un piano di cessate il fuoco di 135 giorni in tre fasi (45 giorni ciascuna). Lo riferisce la Reuters che ha visionato la bozza della risposta di Hamas alla proposta inviata la settimana scorsa da Qatar ed Egitto. Ma una fonte israeliana fa sapere che molte delle richieste della controproposta sono inaccettabili sotto ogni punto di vista.

Israele chiederà ai mediatori “di fare pressione su Hamas affinché presenti una nuova proposta”. Lo ha detto una fonte israeliana citata da Ynet secondo cui la controproposta di Hamas “contiene molte questioni sulle quali non c’è alcuna possibilità che Israele sia d’accordo”.

La prima fase del piano indicato da Hamas prevede la liberazione di donne, anziani, malati e maschi sotto i 19 anni in cambio di donne e minori palestinesi detenuti; la seconda fase lo scambio degli altri uomini con altri detenuti e il ritiro dei soldati israeliani da Gaza; la terza la restituzione dei corpi. Hamas chiede anche aiuti e l’avvio della ricostruzione della Striscia.

In un addendum alla proposta, aggiunge la Reuters sul proprio sito, Hamas dichiara di volere in tutto il rilascio di 1.500 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane, un terzo dei quali tra coloro condannati all’ergastolo. Entro la fine della terza fase, inoltre, Hamas si aspetta che le parti abbiano raggiunto un accordo sulla fine della guerra.

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