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Crollo a Firenze, il procuratore capo: “Nel cantiere tante criticità”. Corpi sfigurati. Al lavoro c’erano altri 10 operai

Il procuratore Filippo Spiezia durante l’incontro stampa di oggi, 19 febbraio 2024 (foto Palinko/Firenzepost)

FIRENZE – Era pericoloso il cantiere di via Mariti? Il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia, lo dice chiaramente, pur nel rispetto del segreto istruttorio. “C’erano tante criticità”, dove la trave è crollata provocando la morte di cinque operai, di cui uno ancora disperso.

Significa che l’accusa di crollo e disastro colposo plurimo e di inosservanza delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro, per il momento contro ignoti, potrà alla fine riempirsi con un numero non indifferente di imputati.

E ancora: “Sulla dinamica del crollo è prematuro dire qualcosa, ma il dato molto empirico che ci siamo fatti da un primo sopralluogo è che vi fossero diverse criticità, che abbiamo constatato nel momento in cui ci siamo portati nel cantiere”.

CORPI SFIGURATI – E ancora: chi indaga conosce i nomi dei morti e del disperso, ma ancora non si riesce ad abbinare quei nomi ai corpi, dilaniati e martoriati dal crollo. Nel senso che mancherebbe ancora la certezza scientifica che l’operaio di cui si sta cercando il cadavere sia proprio quello del marocchino 56enne Bouzekri Rachimi.

“Il problema – ha precisato Spiezia – è abbinare i nomi ai corpi, quindi si è iniziata anche una complessa attività di identificazione su ciò che resta di questi poveri operai, che sono stati travolti da strutture imponenti per peso e cemento. E’ stata avviata con l’ausilio di esperti e richiede competenze specifiche, anche di tipo genetico perché questi corpi sono davvero in condizioni drammatiche”.

Quindi: “Attraverso i documenti di cantiere abbiamo i nomi di chi doveva trovarsi lì in quel momento e abbiamo motivo di ritenere che siano le persone disperse e decedute, tuttavia sappiamo i nominativi ma non sappiamo abbinarli”.

ALTRI DIECI NEL CANTIERE – Poteva andare peggio? Forse sì. Oltre agli otto operai che risultano morti e feriti, secondo il procuratore stava lavorando nel cantiere “almeno un’altra decina di operai ma dobbiamo completare le ricostruzioni”.

SENZA PERMESSO – Altra conferma del procuratore: agli inquirenti risulta che almeno due degli operai deceduti non avessero il permesso di soggiorno e quindi, lo si deduce, dell’autorizzazione a lavorare in un cantiere così complesso, dove, verosimilmente, sono necessarie professionalità ed esperienza.

INDAGINI – “Le indagini sono complesse. Tuttavia la Procura diFirenzeda subito ha adottato tutte le iniziative per assicurare le principali fonti di prova. Ovviamente il lavoro di acquisizione delle fonti di prova non è ultimato ma possiamo dire che abbiamo messo al riparo quelli che sono i principali dati probatori che ci serviranno anche per le ricostruzioni di tipo tecnico”.

Il fascicolo d’inchiesta, come detto ancora a carico di ignoti, è stato aperto per le ipotesi di reato di omicidio plurimo aggravato dall’inosservanza delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e disastro per crollo colposo.


Sandro Bennucci

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