Autovelox: l’Italia ha il primato mondiale degli apparecchi per fare multe. I bancomat dei comuni
In tutto il mondo, gli apparecchi elettronici per fare multe sono 111.451. L’Italia vanta il primato di queste installazioni con 11.171 autovelox e simili: pari al 10% circa del totale del globo. Nel Bel Paese sono i bancomat dei comuni. A Firenze ne sappiamo qualcosa. Servono certamente da deterrente contro le velocità folli, ma hanno anche il compuito di drenare quattrini a uso di amministrazioni spesso in grave difficoltà economica. Sono tasse in più, che gli automobilisti italiani pagano in più. Fino a quando? I dati arrivano oggi, 24 febbraio 2024, dal Codacons, che riporta le statistiche ufficiali aggiornate della piattaforma specializzata, Scdb.info che rileva gli autovelox presenti nei vari paesi in tutti i continenti.
INFRAZIONI – Il numero degli apparecchi presenti sulle strade italiane e utilizzati per sanzionare il superamento dei limiti di velocità e le infrazioni semaforiche è in costante aumento, al punto che oggi se ne contano nel nostro paese ben 11.171 – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – Si tratta del 17% di tutti gli strumenti automatici presenti in Europa, che tra semafori di nuova generazione, autovelox e tutor registra un totale di 65.429 apparecchi. Peggio dell’Italia fanno solo la Russia con 18.414 strumenti automatici di rilevamento delle infrazioni, e il Brasile (17.614), paesi che però presentano un territorio estremamente più vasto ed esteso rispetto al nostro.
USA – Negli Stati Uniti se ne contano 7.973, mentre rimanendo in ambito europeo tra i paesi che registrano più autovelox e semafori intelligenti installati lungo le strade troviamo la Gran Bretagna (7.707) seguita da Germania (4.690), Francia (3.745), Belgio (3.179), Svezia (2.466) e Spagna (2.268).
CODACONS – L’incremento di tali dispositivi automatici ha portato in Italia ad un aumento generalizzato delle sanzioni stradali al punto che nel 2023 i comuni hanno incassato in totale oltre 1,5 miliardi di euro grazie alle multe, con una crescita del +23,7% sul 2019 – analizza il Codacons – A beneficiarne sono soprattutto i piccoli comuni, quelli cioè che più di tutti ricorrono allo strumento dell’autovelox per sanzionare gli automobilisti, e che hanno visto aumentare le entrate legate alle multe stradali di oltre il 50% rispetto al 2019.
GOVERNO – Se da un lato è corretto punire con la massima severità chi viola il Codice della strada e supera i limiti di velocità mettendo a rischio la sicurezza pubblica, dall’altro anche il Governo dovrebbe fare la sua parte in tema di sanzioni stradali, e rispettare non solo gli impegni presi con i cittadini, ma anche precise leggi dello Stato sul tema – denuncia il Codacons.
OSSERVATORIO – E’ il caso ad esempio del famoso ”Osservatorio sulle multe stradali” introdotto dal decreto legge P.a. bis (dl 75/2023) e annunciato la scorsa estate, che come Codacons avevamo da subito salutato con favore: un Osservatorio istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e che sarebbe dovuto entrare in funzione entro 90 giorni dalla conversione in legge del decreto (pubblicata in GU il 16 agosto 2023) con il compito di realizzare una relazione annuale ”contenente in particolare i dati relativi agli incidenti stradali e alla regolarità e trasparenza nell’utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie e nell’uso dei dispositivi elettronici di controllo della velocità”, nonché di verificare ”le segnalazioni delle associazioni dei consumatori operanti nel settore e richiedere dati e informazioni alle competenti amministrazioni”.
SALVINI – Nonostante la crociata avviata dal Ministro Salvini contro autovelox e limiti di velocità, di tale Osservatorio, che fa capo proprio al Mit, non si è saputo più nulla – evidenzia il Codacons – Un paradosso assurdo se si considerano i numeri sulle multe in aumento e l’esigenza di garantire trasparenza e correttezza ai cittadini. E che dire poi della regolamentazione degli autovelox attesa oramai da 14 anni?
CODICE – L’art. 25, comma 2, della legge n. 120 del 2010 di riforma del Codice della Strada, prevedeva infatti che ”con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’interno, sono definite le modalità di collocazione e uso dei dispositivi o mezzi tecnici di controllo, finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni delle norme di comportamento di cui all’articolo 142 del decreto legislativo n. 285 del 1992”.
VERGOGNA – ”Comuni ed enti locali, i cui bilanci beneficiano enormemente dei proventi delle sanzioni stradali – conclude Rienzi – hanno fatto di tutto per ritardare l’emanazione del provvedimento, in modo da avere carta bianca sulla collocazione degli autovelox sul territorio. Una vergogna nazionale che ha portato alla disastrosa situazione odierna e che, se non sarà sanata, spingerà il Codacons ad avviare una class action contro lo Stato Italiano per l’inottemperanza alle disposizioni del Parlamento”.