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Papa Francesco: “Ucraina abbia il coraggio di negoziare. A Gaza guerra di due irresponsabili”

Papa
Papa Francesco

ROMA – Papa Francesco, consapevole di alzare una miriade di polemiche, lancia un nuovo appello, attraverso un media neutrale: la televisione della Svizzera. “La guerra è una pazzia, è una pazzia. L’Ucraina abbia il coraggio di alzare bandiera bianca e negoziare”.

L’affermazione del Papa è contenuta in un’anticipazione d’agenzia dell’intervista alla Radiotelevisione svizzera, che andrà in onda il 20 marzo 2024. Destinatario dell’appello, senza citarlo, il presidente ucraino Volodymyr Zelenski.

“E’più forte – dice il Papa – chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. Oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina, ce ne sono tanti. La Turchia, si è offerta. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”.

UCRAINA – Alla domanda se lui stesso si sia proposto per negoziare negli attuali conflitti, il Papa risponde: “Io sono qui, punto. Ho inviato una lettera agli ebrei di Israele, per riflettere su questa situazione. Il negoziato non è mai una resa. È il coraggio per non portare il paese al suicidio. Gli ucraini, con la storia che hanno, poveretti, gli ucraini al tempo di Stalin quanto hanno sofferto….”. Il Papa ripropone poi la sua filosofia sull’origine delle guerre: “Dietro c’è sempre l’industria delle armi”.

ARMI – “È un peccato collettivo questo – afferma Francesco -. Mi diceva l’economo, un mese fa, mi dava il rendiconto di come stavano le cose in Vaticano, sempre in deficit, lei sa dove oggi ci sono gli investimenti che danno più reddito? La fabbrica delle armi. Tu guadagni per uccidere. Più reddito: la fabbrica delle armi. Terribile la guerra”.

SBARCO – “Io questo lo dico sempre – aggiunge -: quando sono stato nel 2014 al Redipuglia ho pianto. Poi lo stesso mi è successo ad Anzio, poi tutti i 2 novembre vado a celebrare in un cimitero. L’ultima volta sono andato al cimitero britannico e guardavo l’età dei ragazzi. Questo l’ho detto già, ma lo ripeto: quando c’è stata la commemorazione dello sbarco in Normandia, tutti i capi di governo hanno celebrato quella data ma nessuno ha detto che su quella spiaggia sono rimasti ben 20mila ragazzi”.

Incalzato sulle ipocrisie della società, Francesco afferma: “Interventi umanitari? Si alle volte sono umanitari, ma sono per coprire anche un senso di colpa. E non è facile”. Alla domanda su come rispondano i potenti della terra quando chiede loro la pace, Bergoglio afferma: “C’è chi dice, è vero ma dobbiamo difenderci… E poi ti accorgi che hanno la fabbrica degli aerei per bombardare gli altri. Difenderci no, distruggere. Come finisce una guerra? Con morti, distruzioni, bambini senza genitori. Sempre c’è qualche situazione geografica o storica che provoca una guerra… Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c’è l’industria delle armi, e questo significa soldi”.

GAZA – “Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra. Poi non c’è solo la guerra militare, c’è la ‘guerra-guerrigliera’, diciamo così, di Hamas, un movimento che non è un esercito. È una brutta cosa”.

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