Papa in Life: “Quand’ero in ospedale c’era chi sperava in un conclave”
Uscirà il 19 aprile, “Life-la mia storia nella storia”, ossia l’autobiografia scritta da Papa Francesco con Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset e suo amicio personale. Il “Corriere della Sera”, primo giornale al mondo,m ne ha pubblicato alcuni stralci. E vorrei cominciare dall’aspetto che mi ha impressionato di più: quando il Papa rivela che al suo ricovero in ospedale, in Vaticano c’era non tanto qualcuno che volesse brindare, ma che addirittura sperava che non tornasse.
OSPEDALE – Francesco non ha mai avuto il Covid (“Quando in Vaticano arrivò la prima dose di vaccino mi prenotai subito”) na è stato ricoverato in ospedale piu’ volte per altri motivi. E ha annotato che, durante questi ricoveri, “qualcuno era piu’ interessato alla politica, a fare campagna elettorale, pensando quasi a un nuovo conclave. State tranquilli, e’ umano, non c’e’ da scandalizzarsi! Quando il Papa e’ in ospedale, di pensieri se ne fanno molti, e c’e’ anche chi specula per proprio tornaconto o per guadagno sui giornali. Per fortuna – continua – nonostante i momenti di difficolta’, non ho mai pensato alle dimissioni”.
MAI EMERITO – “Penso – afferma Francesco in un nuovo capitolo di Life – che il ministero petrino sia ad vitam e dunque non vedo condizioni per una rinuncia. Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho gia’ firmato all’inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che e’ depositata in Segreteria di Stato. Se questo dovesse succedere, non mi farei chiamare Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati. Ma questa e’ un’ipotesi lontana, perche’ davvero non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia. Qualcuno, negli anni, forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma non c’e’ questo rischio: grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare”.
COPPIE IRREGOLARI – “Immagino una Chiesa madre, che abbracci e accolga tutti, anche chi si sente sbagliato e chi in passato e’ stato giudicato da noi. Penso alle persone omosessuali o transessuali che cercano il Signore e che invece sono state respinte o cacciate”.
Il Pontefice conferma “le benedizioni alle coppie irregolari: voglio soltanto dire che Dio ama tutti, soprattutto i peccatori. E se dei fratelli vescovi decidono di non seguire questa strada, non significa che questa sia l’anticamera di uno scisma, perche’ la dottrina della Chiesa non viene messa in discussione”.
Il matrimonio omosessuale non e’ possibile, ma le unioni civili si’: “E’ giusto che queste persone che vivono il dono dell’amore possano avere una copertura legale come tutti. Gesu’ andava spesso incontro alle persone che vivevano ai margini, ed e’ quello che la Chiesa dovrebbe fare oggi con le persone della comunita’ LGBTQ+, che all’interno della Chiesa sono spesso marginalizzate: farle sentire a casa, soprattutto quelle che hanno ricevuto il battesimo e sono a tutti gli effetti parte del popolo di Dio. E chi non ha ricevuto il battesimo e desidera riceverlo, o chi desidera fare da padrino o madrina, per favore, che sia accolto”.
NO ABORTO E UTERO IN AFFITTO – Il Pontefice condanna quindi l’aborto e anche “la pratica dell’utero in affitto, una pratica inumana e sempre piu’ diffusa che minaccia la dignita’ dell’uomo e della donna, con i bambini trattati come merce. Dobbiamo difendere sempre la vita umana, dal concepimento fino alla morte; non mi stanchero’ mai di dire che l’aborto e’ un omicidio, un atto criminale, non ci sono altre parole: significa scartare, eliminare una vita umana che non ha colpe. E’ una sconfitta per chi lo pratica e per chi si rende complice: dei killer prezzolati, dei sicari! Mai piu’ aborti, per favore! E’ fondamentale difendere e promuovere sempre l’obiezione di coscienza”.
BENEDETTO XVI – Dopo la rinuncia di Benedetto XVI, continua Papa Francesco, mi ha “addolorato vedere, negli anni” come la figura di Papa emerito “sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilita’ di una frattura dentro la Chiesa. Per evitare questa deriva, si sottolinea nel libro, Francesco va subito a trovare Benedetto a Castel Gandolfo. Decidemmo insieme che sarebbe stato meglio che non vivesse nel nascondimento, come aveva inizialmente ipotizzato, ma che vedesse gente e partecipasse alla vita della Chiesa. Purtroppo servi’ a poco, perche’ le polemiche in dieci anni non son mancate e hanno fatto male a entrambi”.