Mosca: Putin si avvia al plebiscito. Macron insiste: “Occorre contrastare la Russia sul terreno. La Francia può farlo”
MOSCA – Vladimir Putin si avvia a un vero plebiscito. Ma è ovvio: se nelle regioni occupate sono i soldati che vanno casa per casa a ritirare le schede il risultato è più che scontato. I dati ufficiali riferiscono di una partecipazione massiccia degli elettori alle presidenziali, anche, come detto, nei territori ucraini annessi. Mentre sulla regione russa di confine di Belgorod continuano i pesanti bombardamenti ucraini e nei seggi si moltiplicano quelli che le autorità definiscono “atti di vandalismo”, ai quali Mosca risponde accusando i Paesi occidentali di averli ispirati e i loro diplomatici in Russia di “interferenze” nel voto.
Intanto Macron continua a far rabbrividire i partner occidentali. Affermando: “Forse a un certo punto n,on voglio e non prenderò l’iniziativa, saranno necessarie operazioni sul terreno, quali che siano, per contrastare le forze russe”. Lo rivela ‘Le Parisien’ al ritorno del presidente da Berlino, dove ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier polacco Donald Tusk. “La forza della Francia – insiste Macron – è che possiamo farlo. E molti paesi, in Europa, sono sulla nostra stessa linea”. Se passasse la linea francese, il rischio di una terza guerra mondiale sarebbe tutt’altro che remoto. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli esteri, ribadisce che l’Italia non seguirà la linea del presidente francese.
MOSCA -La Commissione elettorale centrale (Cec) ha stimato che l’affluenza in tutto il Paese ha raggiunto il 55% alla fine della seconda delle tre giornate di votazioni, che si concluderanno domani. Il dato finale potrebbe quindi superare notevolmente il 67% registrato nelle elezioni del 2018, quando si votò per un solo giorno. A spiccare sono i dati relativi alle regioni ucraine parzialmente occupate dalle truppe di Mosca e annesse alla Russia, dove le operazioni di voto erano cominciate fin dal 25 febbraio. In quella di Zaporizhzhia si parla del 72%. Mentre i dati resi noti nella serata di venerdì mostravano un 69% in quelle di Donetsk e Kherson e un 36% in quella di Lugansk.
ELEZIONI – Per quanto riguarda i risultati, il vice capo della Cec, Nikolai Bulayev, ha annunciato che i primi parziali cominceranno ad essere resi noti dopo le 21 di domenica ora di Mosca (le 19 in Italia), un’ora dopo quindi la chiusura dei seggi nella capitale. La Cec ha reso noto che sono almeno 29 i seggi, in 20 regioni russe, dove sono avvenuti “atti di vandalismo”. In 20 seggi è stato versato inchiostro nelle urne, in otto si sono registrati tentativi di appiccare le fiamme e in uno è stato lanciato un fumogeno. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha puntato il dito direttamente contro i Paesi occidentali, accusandoli di “incitare persone, che sono evidentemente in connessione con loro, ad andare ai seggi e a commettere questi atti di estremismo”. Diplomatici di questi Paesi in Russia, ha aggiunto la portavoce intervenendo a una conferenza, “stanno facendo di tutto per interferire nel voto”.
In precedenza Zakharova aveva detto che gli stessi occidentali hanno cercato per un anno di boicottare le presidenziali russe, anche con l’impiego di “agenti di influenza o semplicemente mercenari” tra le file dell’opposizione.
NAVALNY – Gli Usa e i Paesi della Ue hanno manifestato il loro sostegno al team di Alexei Navalny, l’oppositore morto il mese scorso in una colonia penale artica, i cui collaboratori hanno chiamato i russi a manifestare domani con l’iniziativa ‘Mezzogiorno contro Putin’, che consiste nel recarsi tutti alle urne alle 12. Una deputata russa, Yana Lantratova, ha annunciato che nei prossimi giorni sarà messo a punto un disegno di legge che prevede pene fino a otto anni di reclusione per chi tenti di interrompere le elezioni mediante incendio doloso o altri mezzi pericolosi. E non a caso Lantratova fa parte della commissione della Duma, la camera bassa del Parlamento, incaricata di indagare sulle ingerenze di Stati stranieri.
Secondo Zakharova, creare scompiglio nelle elezioni russe e ottenere più armamenti dall’Occidente sono gli obiettivi anche dei pesanti bombardamenti ucraini che da giorni si ripetono sulle regioni di confine russe, in particolare quella di Belgorod. Il governatore, Vyacheslav Gladkov, ha detto che due civili sono rimasti uccisi e tre feriti in nuovi attacchi con droni, artiglieria e mortai. I centri commerciali sono stati chiusi per il fine settimana e le scuole sospenderanno l’attività lunedì e martedì. Il ministero della Difesa ha affermato intanto che è stato respinto un altro tentativo di “infiltrazione di gruppi di sabotaggio ucraini”, che hanno perso 30 soldati. Le autorità locali hanno detto che bombardamenti ucraini hanno provocato la morte di una donna e il ferimento di altre quattro persone nella parte della regione di Kherson occupata. Ieri Putin aveva avvertito che gli attacchi di Kiev non resteranno “impuniti”.
Le autorità russe hanno denunciato intanto che droni ucraini hanno colpito una raffineria a Syzran, nella regione di Samara, oltre mille chilometri dal confine, dove si è sviluppato un incendio. Mentre è stato sventato un bombardamento su un’altra raffineria, a Novokuybyshevsk. E i servizi di sicurezza interni, Fsb, hanno fatto sapere di avere arrestato un cittadino russo al soldo dei servizi segreti ucraini che preparava un attentato alla ferrovia transiberiana.