Skip to main content

Superbonus: crediti spalmati in 10 anni. Giorgetti: “Stop a emendamenti e deroghe”

Il ministro Giancarlo Giorgetti

Spalmare il debito del Superbonus in dieci anni. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine dei lavori in Senato sul decreto, sgomberando il campo dalle ipotesi di cui si era parlato nei giorni scorsi. Quella “patrimoniale al contrario” voluta dai Cinque Stelle (i ricchi hanno goduto delle ristrutturazioni, chi vive in una casa pagando l’affitto deve invece contribuire a pagarlo attraverso le tasse) rischia di mandare all’aria i conti dello Stato.

Da Giorgetti arriva anche un altolà sugli emendamenti parlamentari su eventuali deroghe al 110%: “Non saranno presi in considerazione”, dice infatti, affermando che, come in passato, “il governo presenterà il suo emendamento, e se ne assumerà la responsabilità”. Salvi – pare – i diritti acquisiti: “Chi ha cominciato il lavoro nel 2021 ha diritto di finirlo nel 2023 e presentare le fatture”, assicura Giorgetti. Una garanzia che però non placa il coro di voci preoccupate di banche e imprese edili. Abi e Ance evidenziano allarmate che “in questa fase complessa interventi retroattivi sul Superbonus minerebbero la fiducia di famiglie, imprese e investitori”.

Fa eco il monito della Cna Costruzioni che manifesta una “forte preoccupazione sulle ennesime modifiche” al bonus, definendole “misure penalizzanti per le imprese del settore che stanno vivendo una fase di difficoltà a causa della congiuntura economica” e sottolineando che la retroattività “sarebbe dirompente per imprese e cittadini calpestando un diritto acquisito”.

Arriva anche il grido di Unai, l’Unione nazionale amministratori d’immobili, che dice: “Bisogna fare innanzitutto una differenziazione sul credito del condomino e il credito dell’impresa. Come presidente degli amministratori di condominio, per quanto riguarda i condomini questo significa buttare fuori di casa le persone perché con le assurdità del Superbonus, tipo la lievitazione dei prezzi, un intervento che in condizioni normali si sarebbe fatto con 100mila euro è finito per costarne 400mila. Può questa improvvisazione con cui è stata gestita la cosa ricadere sulle spalle del condomino? Io non credo. Se sì, c’è qualcuno che ha arrecato un danno e a chi facciamo l’azione per il risarcimento danni?”.

La massa di crediti intanto aumenta, e il ministro punta il dito contro il cattivo tempismo dei governi precedenti: “Quando noi siamo intervenuti a porre una diga a questa cosa, la valanga era già partita e, com’è successo in Vajont, una volta arrivata giù ha prodotto disastri. Noi abbiamo fatto il possibile”. Anche la proposta di Banca d’Italia di fermare il Superbonus prima della scadenza “sarebbe stata gradita nel 2023, nel 2022 o nel 2021″ anziché nel 2024, “quando il governo sta procedendo a fare esattamente questo”, chiosa Giorgetti.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741