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Mattarella agli studenti della Sapienza: “Su Gaza non mi chiudo in torre d’avorio. Tutte le violazioni dei diritti vanno denunciate”

ROMA – “Mattarella pagherai tutto” hanno gridato i ragazzi in presidio all’Università La Sapienza di Roma per la presenza del Capo dello Stato nell’ateneo per la Giornata del Laureato. In corteo, al grido di “Intifada”, avevano fatto il giro del rettorato e si erano posizionati dall’altra parte delle transenne poste vicino allo stesso ingresso da cui era entrato il presidente della Repubblica.

LETTERA – Il Capo dello Stato, in occasione della ‘Giornata del Laureato’ all’università La Sapienza a Roma, ha risposto agli studenti: “Una lettera pubblicata da alcune agenzie di stampa mi ha sollecitato a non includermi in quella che è stata definita la ‘Torre d’avorio del rettorato’. Venendo ho visto un cartello che mi chiedeva cosa pensassi di cosa avviene a Gaza. Non voglio lasciarla senza risposta. La condizione e la questione della pace in Medio Oriente, del diritto all’esistenza di Israele, è una questione che la comunità internazionale avverte con molta preoccupazione e non soltanto da oggi. Ho reiterato la richiesta ad un’immediato cessate il fuoco”.

DIRITTI UMANI – “Per la nostra Repubblica – ha insistito Mattarella – tutte le violazioni dei diritti umani vanno denunciate e contrastate. Tutte, ovunque, sempre. Perché la dignità umana, la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione, il rifiuto della brutale violenza non cambiano valore a seconda dei territori, a seconda dei confini tra gli Stati, a seconda delle relazioni internazionali tra parti politiche o movimenti. Questa consapevolezza viene avvertita fortemente nelle università perché ne costituisce patrimonio, perché da un millennio le università sono la sede del libero dibattito, della libertà di critica, talvolta anche del dissenso dal potere. Sempre in collegamento al di sopra dei confini fra gli Stati”.

COSTITUZIONE – “L’esigenza di rispettare il diritto umanitario è nella nostra costituzione – ha detto ancora Mattarella -. È doveroso per la Repubblica Italiana, questo vale in tutte le direzioni. Questo vale per i civili, per il popolo palestinese, vale per i ragazzi stuprati e uccisi mentre ascoltavano musica in un rave lo scorso 7 ottobre, vale per i bambini sgozzati in quell’occasione, vale per Mahsa Amini e per le ragazze che dopo di lei sono state incarcerate e uscisse perché non indossavano il velo, vale per le ragazze che non possono studiare in Afghanistan. Per la nostra Repubblica tutte le violazioni dei diritti umani vanno contrastate, sempre”.

IL POTERE PEGGIORE – E ancora: “Da un millennio le università sono la sede del libero dibattito, della libertà di critica, talvolta anche del dissenso dal potere. La libertà, la pace, i diritti umani passano attraverso il dialogo e il confronto. Il potere, quello peggiore, desidera che le università del loro Paese siano isolate, senza rapporti né collaborazioni con gli atenei di altri Paesi. Perché questa condizione consente al peggiore dei poteri di controllare l’università, di comprimere la cultura e di impedire il suo grido e la sua spinta di libertà”.

BARRICATA – “Presidente da quale parte della barricata vuole stare? Dalla loro o dalla nostra?”, chiedono i ragazzi in presidio davanti al rettorato. E ribadiscono il loro invito al Capo dello Stato: “Questa è l’ultima chiamata presidente, ci vuole raggiungere?”.

AEROPLANINI DI CARTA – All’interno degli aeroplanini di carta lanciati all’arrivo, i ragazzi hanno scritto la lettera indirizzata al presidente Mattarella che è stata letta nuovamente al microfono sul pratone di fronte al rettorato e all’aula magna dove si sta tenendo la Giornata del Laureato. Intanto gli studenti continuano a rimanere di fronte alle transenne, intervengono al microfono, espongono uno striscione verso l’ingresso del rettorato e spruzzano pistole ad acqua alla polizia davanti a loro.

POLIZIA – Al grido di “via via la polizia e vergogna” all’uscita del capo dello Stato dalla città universitaria, gli studenti hanno iniziato a seguire la polizia nei viali della città universitaria, intonando cori e seguendo di corsa le camionette della celere mentre lasciavano i viali della città universitaria. All’ingresso di viale Regina Elena i ragazzi hanno incontrato gli agenti in tenuta antisommossa; gli agenti li hanno respinti con gli scudi all’interno della città universitaria.



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