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Casa, sanità, agricoltura: “sorveglianza” del Quirinale sui decreti di Palazzo Chigi

Una veduta esterna del Quirinale

Le “perplessità” del Quirinale, diventano “interlocuzioni” con Palazzo Chigi: in parole più semplici vuol dire che il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, vuol capire bene che cosa siano i decreti che il governo vuol varare d’urgenza prima di controfirmarli. Perchè – è questa la posizione del Colle – se non fossero davvero urgenti, potrebbero essere trasformati in disegni di legge.

SALVA-CASA – E vediamo di che cosa si sta parlando. Il prossimo Cdm è previsto mercoledì prossimo 22 maggio e in quella data dovrebbe approdare il decreto “salva-casa” – da molti chiamato “mini-condono” – sponsorizzato da Matteo Salvini. E’ uno dei provvedimenti sui quali l’interlocuzione tra palazzo Chigi e il Quirinale è in corso. Quelli in arrivo sono per lo più decreti legge e la lente del Colle sembra puntare anche sull’effettiva necessità di varare norme con lo strumento d’urgenza, oltre che naturalmente sui contenuti che ancora non sono stati pubblicamente chiariti.

WARNING – Nessuno scontro, si affrettano a ribadire fonti del Quirinale, ma solo una “doverosamente costante attenzione alle effettive ragioni di urgenza che sono alla base dei decreti”. Resta il warning del presidente della Repubblica che da anni – anche con i governi precedenti – si è trovato costretto a richiamare governo e Parlamento ad un più ortodosso rispetto delle regole, sia per quanto riguarda la decretazione d’urgenza – troppo spesso non urgente – sia per quanto riguarda l’abitudine di varare provvedimenti omnibus con all’interno provvedimenti assolutamente disomogenei.

AGRICOLTURA – Come è emerso da indiscrezioni di stampa mai smentite, già la scorsa settimana la premier Giorgia Meloni avrebbe gestito direttamente a palazzo Chigi il dl agricoltura per alcune modifiche segnalate dagli uffici giuridici del Quirinale, dettando la linea di evitare frizioni tra la sua maggioranza e il presidente della Repubblica. In vista c’è anche il primo traguardo di quella che la stessa Meloni ha definito “la madre di tutte le riforme”, cioè l’introduzione del premierato. Riforma rispetto alla quale tutti danno ormai scontato la necessità di un referendum popolare.

LISTE D’ATTESA – Quindi via libera al sistema delle “interlocuzioni” preventive, un sistema di garbo istituzionale che ad oggi sembra funzionare anche se il moltiplicarsi dell’arrivo di decreti – definiti dalle opposizioni mancette pre-elettorali per guadagnare voti alle europee – sembra essere valutato con sempre maggiore attenzione dal Colle. All’orizzonte infatti, oltre al “mini-condono”, si intravedono altri provvedimenti: ad esempio uno per ridurre i tempi delle liste di attesa nella Sanità anche se non sembra vicinissimo perché è aperto un confronto con le Regioni.

AGENZIA PER LO SPORT – Tra gli altri provvedimenti in gestazione a Palazzo Chigi c’è quello fortemente voluto dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi, per istituire l’Agenzia per lo sport professionistico. Un testo che gli enti di governo dello Sport, dalla Figc al Coni, guardano con diffidenza e che potrebbe essere accorpato ad un altro decreto. Si parla anche di un provvedimento impostato dal ministro dell’Istruzione Valditara in cui si affronterebbe, tra l’altro, anche il tema dei corsi di potenziamento per studenti stranieri. E’ atteso inoltre anche un provvedimento ‘salva-infrazioni europee’. Per ora si tratta di un decreto ancora in stand-by perché sarebbe politicamente molto complicato varare questo testo senza risolvere prima il problema delle concessioni demaniali marittime. Tema, quest’ultimo, sul quale il Quirinale è già pubblicamente intervenuto chiamando al rispetto delle direttive europee.


Sandro Bennucci

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