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Raid a Rafah: 45 morti in campo profughi. Israele: “Tragico incidente”. Scontro a fuoco con l’esercito egiziano

Raid A Rafah

GAZA – Il ministero della Sanità di Hamas ha aggiornato il bilancio delle vittime nell’attacco israeliano a Rafah, secondo il quale il numero dei morti è salito a 45. Secondo quanto riporta Al Jazeera – citando fonti locali – “la maggior parte dei morti sonno donne e bambini” e “molti sono stati bruciati vivi”. Decine i feriti che sono stati portati negli ospedali della zona che – secondo la Mezzaluna rossa palestinese – “non sono in grado di gestire questo gran numero di accessi”.

“Un tragico incidente di cui rammaricarsi”. Così il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha definito alla Knesset i fatti di Rafah durante un incontro con le famiglie degli ostaggi, che lo hanno contestato.

Il portavoce del governo israeliano, Avi Hyman, ha detto che le prime indagini sull’attacco al campo profughi a Rafah hanno mostrato che il raid dell’Idf – nel quale sarebbero stati uccisi due comandanti di Hamas – ha innescato un incendio che può aver ucciso i civili palestinesi.

Precedentemente, il Procuratore generale militare, la generale Yifat Tomer Yerushalmi, aveva affermato che il raid su Rafah è “sotto indagine”.

“I dettagli del grave incidente – ha spiegato – sono ancora sotto inchiesta, che ci impegniamo a portare avanti al massimo”.

Sparatoria sul confine con l’Egitto, un soldato egiziano morto

Una sparatoria è avvenuta al confine con l’Egitto. Lo fa sapere l’Idf secondo cui l’incidente è “sotto revisione e discussioni sono in corso con gli egiziani”. I media israeliani parlano di un soldato israeliano che ha sparato verso l’Egitto, mentre siti e fonti egiziane riferiscono che un soldato egiziano è stato ucciso e altri sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco scoppiato al valico di Rafah con le forze armate israeliane.

 Fonti dell’Idf, citate da Ynet hanno fatto sapere che “sono stati i soldati egiziani ad iniziare a sparare contro una forza dell’Idf che passava attraverso l’area del valico di Rafah, provocando lo scontro a fuoco”, sottolineando che nell’incidente ci sarebbe un morto egiziano e altri feriti

Nel caos che ha accompagnato e seguito l’attacco israeliano su Rafah, che ha colpito anche tende di civili a ridosso del confine con l’Egitto, alcuni soldati egiziani avrebbero sparato in aria alcuni colpi di avvertimento.

 Lo ha confermato una fonte egiziana di sicurezza di alto livello, precisando che alcune guardie sul valico di Rafah, a un centinaio di metri di distanza dal luogo dell’attacco, avrebbero sparato in aria per sedare il panico tra la folla, senza partecipare in alcun modo allo scontro in atto.

 Scontri di varia intensità tra militanti di Hamas e soldati israeliani si sono poi susseguiti nella Rafah palestinese. Ci sono state esplosioni e alcune tende hanno preso fuoco, riferisce all’ANSA una fonte egiziana di alto livello. La stessa fonte ha negato decisamente che ci siano stati scontri tra i soldati egiziani al confine e le forze israeliane, spiegando che i soldati egiziani avevano sparato in aria solo per sedare il panico ed evitare sconfinamenti, visto che gli scontri tra Hamas e i soldati israeliani insistono a soli 500 metri dall’Egitto.

 Successivamente. però, le indagini preliminari sulla morte del soldato egiziano ucciso oggi da proiettili israeliani sul confine di Rafah “indicano che i colpi sono stati sparati durante un conflitto a fuoco tra membri delle forze di occupazione israeliane e membri della resistenza palestinese”. Lo afferma una fonte di sicurezza di alto livello all’emittente statale egiziana Al Qahera, precisando che sulla vicenda è stata istituita una commissione d’inchiesta. “Durante lo scontro a fuoco gli addetti alla sicurezza egiziani hanno adottato misure protettive e hanno risposto in direzione della fonte dell’attacco”, ha aggiunto.

“La comunità internazionale deve assumersi le proprie responsabilità di fronte alla gravità della situazione al confine egiziano con Gaza e sull’asse Filadelfia, non solo per ragioni di sicurezza, ma anche per le rotte di consegna degli aiuti umanitari”, ha detto ancora la fonte di sicurezza ad Al Qahera. Spetterà ora alla commissione d’inchiesta scoprire i dettagli dell’incidente “al fine di determinarne le responsabilità e adottare le misure necessarie
per evitare che accada di nuovo in futuro”.

ONU – L’Onu chiede a Israele un’indagine “approfondita e trasparente” sui civili uccisi a Rafah e di “adottare misure immediate per proteggere meglio i civili”. Lo ha detto il coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland. “Condanno gli attacchi aerei israeliani della scorsa notte che hanno colpito le tende degli sfollati – ha precisato – Anche se l’Idf ha detto di aver colpito un’installazione di Hamas e di aver ucciso due militanti del gruppo durante gli attacchi, sono profondamente turbato dalla morte di così tante donne e bambini”.

 “Tutte le parti in conflitto devono astenersi da azioni che ci allontanano ulteriormente dal raggiungimento della fine delle ostilità e mettono ulteriormente a repentaglio la già fragile situazione sul terreno e nella regione più ampia”, ha continuato il coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente. Wennesland ha anche ribadito l’appello del segretario generale Guterres per un cessate il fuoco immediato e per il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi in modo da porre fine alle sofferenze dei civili. “Le Nazioni Unite – ha concluso – restano ferme nel loro impegno a sostenere tutti gli sforzi volti a porre fine alle ostilità, ridurre le tensioni e portare avanti la causa della pace”

CONDANNA UE – “Sono inorridito dalle notizie che arrivano da Rafah sugli attacchi israeliani che hanno ucciso decine di sfollati, tra cui bambini piccoli. Condanno questo fatto con la massima fermezza”. Lo scrive su X l’alto rappresentante Ue Josep Borrell. “Non esiste un luogo sicuro a Gaza. Questi attacchi devono cessare immediatamente. Gli ordini della Corte internazionale di giustizia e il diritto internazionale umanitario devono essere rispettati da tutte le parti”, aggiunge.

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