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Elezioni a Firenze: dieci candidati a sindaco. Con l’ombra del ballottaggio

Firenze particolare Palazzo Vecchio
Palazzo Vecchio

FIRENZE – Dopo una campagna elettorale che giudico, da vecchio cronista, poco esaltante (attacchi personali, vecchi slogan, poche novità, nessuna attenzione alle nuove barriere sulle spallette dell’Arno, che deturperanno il paesaggio e aumenteranno il rischio alluvione nella piana, invece di mitigarlo) è arrivato il momento di votare. Dalle 15 alle 23 di sabato 8 giugno 2024 e dalle 7 alle 23 di domenica 9.

In lizza dieci candidati a sindaco. Mentre il centrodestra si presenta compatto e sogna il ‘ribaltone’ con la conquista dell’ambita città ‘rossa’, affidandosi all’ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, il centrosinistra va in ordine sparso, con una sfida quasi tutta al femminile, in campo tre candidate, e M5s che corre in solitaria. Una frammentazione che rende molto concreta l’ipotesi che sarà al secondo turno la sfida decisiva.

In pole, per il Pd, Sara Funaro, nipote del sindaco dell’alluvione, Piero Bargellini, dal 2014 assessore a Palazzo Vecchio, sostenuta da una coalizione con Pd, Azione, Si, +Europa, Verdi, Volt, Partito repubblicano, Laburisti, movimento Centro e lista Anima Firenze 2030. Mancato l’accordo con il Pd, Iv (con Psi e Libdem) schiera la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi, e punta, concetto più volte ribadito da Renzi, ad essere ago della bilancia ad un eventuale ballottaggio.

Nel centrosinistra in corsa anche Cecilia Del Re, ex assessore nella seconda giunta Nardella, dalla quale è stata allontanata nel marzo 2023: è a capo della lista Firenze Democratica, dopo essere uscita dal Pd in seguito ad uno strappo sulle primarie non concesse. Dopo lunghe trattative mai andate in porto, prima con l’Associazione 11 agosto legata a Tomaso Montanari e poi per un campo largo con il Pd, M5s corre con Lorenzo Masi. A sinistra si presenta Dmitrij Palagi, con Sinistra Progetto Comune (Possibile, Potere al Popolo e Prc), e Firenze ambientalista e solidale.

Dall’altra parte dello schieramento, come detto, il centrodestra unito (Fdi, Lega e Fi) scommette su un volto non politico ma conosciuto in città: Eike Schmidt, tedesco di Friburgo divenuto cittadino italiano a novembre scorso, ha diretto per otto anni le Gallerie degli Uffizi ed oggi è alla guida, in aspettativa, del Museo di Capodimonte a Napoli. In campo anche Andrea Asciuti, candidato di ‘Firenze Vera’, sostenuta da Indipendenza di Alemanno e Popolo della famiglia.

ùCompletano la rosa tre civici: Francesca Marrazza di ‘Ri-Bella Firenze’. Francesco Zini per Firenze Cambia, e Alessandro De Giuli con Firenze Rinasce. I temi al centro della campagna, la sicurezza, il degrado, il parco delle Cascine ma anche traffico, tramvie, overtourism, e lo stadio, e non sono mancate alcune stoccate, colpi bassi o scivoloni, come un volantino del centrodestra con la scritta “Firenze non è Torre del Greco”, che voleva ricordare le origini di Nardella. Nonostante la carrellata di ministri che di recente ha sfilato a Firenze, Schmidt ha sempre evitato di farsi accompagnare da esponenti di governo, a marcare una sorta di candidatura civica.

E’ molto probabile che, viste le divisioni a sinistra, non ci sia un vincitore al primo turno. E al ballottaggio il centrosinistra potrebbe ricompattarsi. Ma a quale prezzo? Si sussurra che Renzi abbia intenzione di chiedere alla Funaro, per appoggiarla, la poltrona di vicesindaco per Francesco Casini, ex sindaco di Bagno a Ripoli, uscito dal Pd per spiccare il volo a Firenze. Dopo aver aperto le porte del suo vecchio comune al Viola Park di Commisso. Mossa che non viene giudicata “unificante”. Ma sono tanti i nodi che potrebbero venire al pettine in questa elezione. Nardella, candidato alle europee, avrebbe lasciato molti malumori. Ma è inutile avventurarsi nei pronostici. Nemmeno sull’affluenza. Visto che sono molte, in Palazzo Vecchio e nei quartieri le schede elettorali da ritirare.


Sandro Bennucci

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