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Daghestan: chiese e sinagoghe in fiamme, 9 morti

DERBENT (DAGHESTAN) – Daghestan nel caos, dopo che una serie di attacchi terroristici simultanei sono costati la vita a nove persone – tra cui un prete ortodosso – e il ferimento di una quindicina. Uomini armati hanno preso di mira due sinagoghe e due chiese ortodosse nella capitale della repubblica russa, Makhachkala, e nella citta’ costiera di Derbent.

Il Daghestan è una regione russa a maggioranza musulmana confinante con la Cecenia, vicino anche alla Georgia e all’Azerbaigian, dove le autorita’ russe compiono frequenti operazioni antiterrorismo. Gli attentati di domenica hanno preso di mira anche un posto di blocco della polizia, dove sono stati uccisi sei agenti. Uccisi anche una vigilante e un poliziotto di guardia a una delle sinagoghe attaccate. Secondo il ministero, in totale sedici persone, tra cui tredici agenti di polizia, sono rimaste ferite.

In un altro episodio, uomini armati hanno aperto il fuoco contro un veicolo che trasportava agenti di polizia, ferendone uno, a Sergokala, un villaggio situato tra Makhachkala e Derbent e che ricade nel distretto di Sergokalinsky il cui capo, Magomed Omarov, e’ stato arrestato per il presunto coinvolgimento dei suoi figli negli attacchi.

Il Comitato antiterrorismo russo ha annunciato in tarda serata la fine della “fase attiva” dell’operazione antiterrorismo a Derbent e che due attentatori sono stati uccisi. Secondo il ministero dell’Interno delDaghestan, le forze dell’ordine hanno anche “eliminato quattro aggressori a Makhachkala”.

Il presidente del consiglio pubblico delle comunita’ ebraiche della Federazione Russa, Boruch Gorin, ha confermato che le sinagoghe di Derbent e Makhachkala sono state date alle fiamme. Il leader delDaghestan, Sergei Melikov, ha definito gli attacchi “un tentativo di destabilizzare la societa’”. Il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa e convinto sostenitore del Cremlino, ha assicurato che il “nemico” cerca di distruggere la “pace interreligiosa” in Russia piantando “i semi dell’odio”.

Anche l’uomo forte della Cecenia, Ramzan Kadyrov, ha definito gli attacchi “una vile provocazione e un tentativo di causare scontro tra religioni”. I responsabili delle stragi, ha detto a Ria Novosti “non hanno fede ne’ nazione”, sono non-persone “che devono essere uccise sul posto”. Il Daghestan e’ stato teatro in ottobre di violenti disordini antisemitici all’aeroporto di Makhachkala: una folla di uomini invase la sua pista all’atterraggio di un aereo proveniente da Israele.

La Russia è stata presa di mira in piu’ occasioni dall’Isis e a marzo un attacco al centro eventi Crocus, alla periferia di Mosca, costo’ la vita a piu’ di 140 persone. Lo scorso fine settimana, diversi membri dell’Isis sono stati uccisi dopo aver preso in ostaggio due agenti penitenziari in una prigione nel sud della Russia.

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