Tour de France: storica vittoria di Girmay, corridore eritreo. L’ecuadoriano Carapaz prende la maglia gialla

Biniam Girmay sul traguardo di Torino (Foto Tour de France)

TORINO – Biniam Girmay, eritreo, ha vinto la prima storica tappa del Tour de France sul traguardo di Torinoi. Vittoria storica perchè ottenuta da un africano di colore. Non basta: è anche la prima volta di Carapaz in giallo, ossia un corridore ecuadoriano.

Così, dopo due successi di stampo francese, di Romain Bardet e Kevin Vaquelin, la terza tappa del Tour de France – l’ultima interamente sul suolo italiano – parla una lingua internazionale e valica i confini dell’Europa, fortino di un ciclismo sempre più universale e seguito a tutte le latitudini. Merito, come detto, di Biniam Girmay e di Richard Carapaz, volti diversi unito da un largo sorriso sul traguardo di una Torino pazza per la Grande Boucle.

Il corridore eritreo ha trionfato, a sorpresa ma non troppo, allo sprint davanti a Fernando Gaviria e Arnaud de Lie; lo scalatore della EF Education-EasyPost si è preso la maglia gialla grazie ai migliori piazzamenti rispetto a Tadej Pogacar e gli altri big della generale. Anche se le montagne previste già per la frazione di martedì, con partenza da Pinerolo e arrivo a Valloir, 139 km di saliscendi che prevedono le scalate al Sestriere e Monginevro, fino al mitico Galibier, stravolgeranno la generale già segnata dalle fatiche della Grand Depart italiana.

“E’ il mio momento, sono molto felice – ha confessato ‘Bini’ – Questa vittoria significa molto per me, per la mia squadra che aspettava da tempo di vincere una tappa, per il mio Paese e anche per tutta l’Africa. Dobbiamo essere orgogliosi adesso, facciamo davvero parte delle corse più importanti”. Il corridore della Intermarché-Wanty, che si era imposto due anni fa a Jesi al Giro d’Italia (ma era stato costretto a ritirarsi subito dopo per essersi colpito nell’occhio durante i festeggiamenti con il tappo della bottiglia di spumante), ha approfittato dell’assenza del favorito della vigilia, Jasper Philipsen, tagliato fuori dalla volata per esser rimasto coinvolto in una caduta senza conseguenze nel finale, per imporsi con coraggio e autorità sui rivali.

In quella che è stata una tappa di transizione – 231 km con partenza da Piacenza e arrivo a Torino, senza grandi asperità o fughe da riprendere per il gruppo, che ha omaggiato a Tortona la memoria di Fausto Coppi – è cambiato però il leader della generale. Richard Carapaz, 14° al traguardo, ha sfilato la maglia gialla dalle spalle di Tadej Pocagar, comunque il più acclamato da tifosi e appassionati dopo il traguardo, arrivato con lo stesso tempo ma penalizzato dai migliori piazzamenti dell’ecuadoriano. Che si gode questa gioia dopo tante fatiche.

“Onestamente è una sorpresa. Prima del Tour mi sembrava qualcosa di molto lontano: sono caduto al Giro di Svizzera e sono rimasto fermo un paio di giorni a causa di un malore. La tappa di ieri, però, è stata un’iniezione di fiducia. Stamattina, nel meeting in pullman, lo abbiamo fissato come obiettivo – ha raccontato lo scalatore dell’EF Education Easy Post – Sapevamo che sarebbe stata una volata nervosa e pericolosa, ma volevamo fare tutto il possibile per ottenerla”.

E tutta la squadra ha lavorato in tal senso. “Sono stati fenomenali negli ultimi 25 km – ha proseguito – Indossare questa maglia significa molto per me, per il mio paese e per la mia squadra. Pochi ecuadoriani corrono a livello elite, ogni risultato che otteniamo ci aiuta a sviluppare il ciclismo nel nostro paese. A livello personale sono molto emozionato: negli ultimi anni ho passato molto tempo lontano da casa e dalla mia famiglia per fare un altro passo per la mia carriera. Questa maglia gialla premia tutti i nostri sacrifici ed è dedicata a loro”. 


Paulo Soares

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