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Migranti: Viminale dà ok a progetto della Toscana per la salute dei rifugiati

FIRENZE – Dare risposte ai bisogni di salute di richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati in condizioni di vulnerabilità. È il contenuto di Prosit, nuovo progetto toscano approvato dal ministero dell’Interno che andrà a valere sul fondo Fami- Asilo, migrazione e integrazione 2021-2027 – ‘Piani regionali per la tutela della salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità’.

L’idea, si spiega dalla Regione, è di rafforzare da un lato iservizisanitari attraverso la creazione di equipe multidisciplinari e multiprofessionali, dall’altro le reti territoriali esistenti al fine di promuovere un confronto e istituire dei meccanismi di segnalazione dei casi vulnerabili aiservizisociosanitari.

“Tutto ciò – si spiega – richiede percorsi di accesso adeguati, oltre a un modello integrato di risposte di cura, con collaborazioni tra istituzioni pubbliche, del privato sociale e la compresenza di figure professionali specialistiche adeguatamente formate, tra cui in particolare: medici (psichiatri e ginecologi), etnopsicologo, ostetrica, antropologo, educatore, assistente sociale e mediatore linguistico culturale”. Per lo svolgimento la Regione Toscana ha dato delega al suo Centro di salute globale di elaborare e presentare una proposta, che vedrà le Asl toscane e l’Università degli studi di Siena come partner.

“Una società più inclusiva è una società più coesa e la coesione parte anche dalla salute e del benessere collettivo, specialmente delle persone più vulnerabili – commenta l’assessore toscano al diritto alla salute Simone Bezzini -. L’esperienza del Centro regionale di salute globale assieme all’eccellenza accademica dell’Università di Siena e la competenza dei professionisti delle Asl saranno capaci di tradurre questi principi in linee operative che permetteranno al progetto di raggiungere importanti risultati”.

“Prosit – sottolinea Maria José Caldés, direttrice del Centro regionale di salute globale – si inserisce in una strategia regionale più ampia, volta all’inclusione e alla facilitazione nell’accesso aiservizisociosanitari delle persone in condizioni di particolare vulnerabilità”.

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