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Bibbiena: 30 gradi nel reparto di chirurgia dell’ ospedale. Insostenibile per pazienti e sanitari

foto Azienda Usl Toscana sud est

BIBBIENA (AREZZO) – Temperature a 30 gradi e situazione insostenibile per i pazienti e per i sanitari all’interno del reparto di medicina-chirurgia dell’ospedale di Bibbiena. La denuncia di NurSind in una nota: “Trenta gradi. E’ questa la temperatura registrata l’altra sera all’interno del reparto di medicina-chirurgia dell’ospedale del Casentino a Bibbiena. Durante l’estate – si spiega dal sindacato delle professioni infermieristiche – il caldo all’interno del reparto e di numerosi ambulatori è insopportabile, anche complice l’alto tasso di umidità. Il colmo si è raggiunto l’altra sera, quando all’interno della medicheria del reparto di medicina-chirurgia il termometro del ventilatore, peraltro acquistato dai lavoratori, ha fatto registrare il dato record di 30 gradi”.

“Si tratta di una situazione insostenibile”, commenta il segretario territoriale Claudio Cullurà. “Dal momento che l’impianto di riscaldamento e raffreddamento è vecchio e non funziona a dovere, dobbiamo sopportare queste condizioni disumane, che mettono a rischio la salute e dei pazienti e la nostra”, prosegue. In più occasioni, sottolinea il Nursind, “l’Azienda ha inviato dei manutentori a controllare la situazione, ma la risposta è sempre la stessa: il caldo è dovuto al fatto che vengono lasciate le finestre aperte.

“Ma è tanto difficile – conclude Cullurà – capire che gli operatori sono costretti a spalancare le finestre perché l’impianto di condizionamento non è adeguato e altrimenti nel reparto si rischierebbe di soffocare, tenendo conto che l’umidità sfiora l’80 per cento e che il personale si muove continuamente da una parte all’altra, con una sensazione di calore e quindi di disagio fortissima? Purtroppo questo problema non è nuovo: già l’anno scorso avevamo segnalato disagi simili, ma non sono stati posti in essere interventi risolutivi. Adesso è il momento di agire: non è possibile costringere il personale sanitario a lavorare in un ambiente così insalubre”.



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