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La notte di Trump: “Ho unito il partito, unirò gli Usa”. E annuncia dazi, muro col Messico, pugno duro su Cina e Iran

Donald Trump

Mentre Biden è alle prese con il covid e gli inviti a ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca, Donald Trump, “vivo per miracolo”, prepara la notte della nomination. All’insegna dell’Unità del partito e del Paese. Ma anche con una serie di punti fermi: gli alleati che devono pagare di più per la difesa, dazi commerciali per difendere le industrie americane e la più grande deportazione di massa di migranti al confine col Messico, dove riprenderà la costruzione del muro. Non manca poi il pugno duro su Cina e Iran, il pieno sostegno a Israele e una pace negoziata in Ucraina.

Sono i punti principali del discorso di accettazione da parte di Donald Trump della nomination per la Casa Bianca nella notte conclusiva della convention repubblicana nel Fiserv Forum di Milwaukee, sotto una pioggia di 100 mila palloncini rossi, bianchi e blu, i colori della bandiera americana. E sotto gli occhi delle tv di tutto il mondo, di 2.429 delegati, di migliaia di giornalisti e di tutti i famigliari, compresi Melania e Ivanka (finora assenti). Temi in parte rilanciati anche dal suo vice e probabile delfino JD Vance nel debutto la sera precedente, tra le ovazioni dell’arena.

La chiusura della kermesse, dedicata al tema ‘Make America Great Once Again’, sarà ricordata come il giorno dell’apoteosi di The Donald, risorto dalle ceneri dell’attacco al Capitol del 2021, sopravvissuto per ora a tutti i processi importanti e soprattutto all’attentato in Pennsylvania. Ora è il dominatore incontrastato di un partito monolitico dove si sono uniti fedelissimi, scettici e never-Trump (compreso Vance) ed è il frontrunner di una campagna che potrebbe cambiare traiettoria forse solo se Joe Biden facesse un passo indietro nei prossimi giorni sotto le pressioni dei vertici dem, dei donatori e dei sondaggi, come ipotizza Axios.

A presentarlo Dana White, il ceo dell’organizzazione di arti marziali miste ‘Ultimate Fighting Championship’: l’uomo giusto per valorizzare la reazione combattiva del tycoon anche dopo il tentato assassinio. Quello di Trump – apparso ogni sera alla convention con una benda bianca sull’orecchio destro ferito diventata trendy tra i delegati – è il primo discorso pubblico dopo l’attentato, che l’ha indotto a cambiare quello che doveva essere un “bombardamento” contro Biden in un appello all’unità dell’America. Senza evocare per ora la controversa piattaforma per la “seconda rivoluzione americana” di Project 2025, che concentrerebbe il potere nelle mani dell’esecutivo. Un modo per tentare di intercettare in prime time indipendenti, moderati, indecisi, allargando la ‘big tent’ repubblicana.

Anche con l’aiuto della 17enne Kai, la più grande dei 10 nipoti, figlia del primogenito Donald Jr, che l’ha presentato così sul palco: “Per me è solo un nonno normale. Ci dà caramelle e bibite gassate quando i nostri genitori non vedono. Vuole sempre sapere come andiamo a scuola”, ha confidato con candore strappando un sorriso sincero al tycoon, in una ben coreografata narrativa di famiglia.

Ma Trump spera anche in una spinta forte dal 39enne senatore dell’Ohio Vance, primo millennial in un ticket presidenziale e primo candidato vice con la barba in 75 anni, rompendo un tabù legato a pregiudizi e diffidenze. Accettando tra le ovazioni la nomination come vice dopo essere stato introdotto dalla moglie di origini indiane Usha Chilukuri (baciata e abbracciata sul palco), Vance ha lodato il coraggio di Trump (“quando si è rialzato al comizio dopo gli spari col pugno in aria tutta l’America si è alzata con lui”), ha fatto un appello per l’unità del partito, ha attaccato i politici di professione come Biden (“in politica da prima della mia nascita”) e ha rilanciato l’America first.

Mettendo nel mirino la Cina e avvisando gli alleati che dovranno “condividere l’onere di garantire la pace nel mondo: niente più corse gratuite per le nazioni che tradiscono la generosità dei contribuenti americani”. Apparentemente più aperto invece sui migranti: “E’ parte della nostra tradizione accogliere i nuovi arrivati, ma alle nostre condizioni”. La carta migliore è stata la sua vita personale come esempio di american dream, di riscatto da un’adolescenza difficile con una madre alcolizzata a Middletown nella povertà degli Appalachi sino ai Marines, alla Yale Law School, al mondo della finanza e al Senato.

Come ha raccontato nel bestseller ‘Elegia Americana’, accendendo un faro sulla working class bianca lasciata indietro. Quella cui si è rivolto nel suo discorso per portare in dote a Trump gli stati del Midwest e della Rust Belt: “Basta prenderci cura di Wall Street, è finita, ci impegniamo per i lavoratori. Alla gente di Middletown, Ohio e a tutte le comunità dimenticate del Michigan, Wisconsin, Pennsylvania e di ogni angolo della nostra nazione… non dimenticherò mai da dove vengo”.

E non ha dimenticato neppure l’orgogliosa madre, rendendole omaggio all’arena (“è sobria da 10 anni”), e la defunta nonna che lo ha allevato tenendo nascoste in casa 19 pistole cariche per proteggere la famiglia: “Ecco per chi combattiamo. Questo è lo spirito americano”, ha detto travolto da una lunga ovazione. Applausi pari a quelli ricevuti poco prima da Peter Navarro, l’ex consigliere di Trump salito sul palco con la fidanzata lo stesso giorno in cui è uscito di prigione per oltraggio al Congresso nelle indagini sull’assalto al Capitol: “Joe Biden e il suo dipartimento di Giustizia mi hanno messo in galera. Se possono perseguire me e Trump, credetemi, possono perseguire anche voi”.


Sandro Bennucci

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