Salva casa: ecco il provvedimento per sanare sottotetti, destinazioni d’uso, porticati
Il “salva-casa”, voluto da Salvini per dare nuove certezze a centinaia di migliaia di famiglie e bollato dalla opposizioni come l’ennesimo condono edilizio, sarà approvato definitivamente dal Senato, senza possibilità di modifiche, entro il 28 luglio. Tra le norme più contestate, quella che permette ai monolocali di ottenere l’abitabilità con una superficie minima di 20 metri quadrati per una persona (dagli attuali 28) e di 28 per due persone (ora ne servono 38), mentre l’altezza minima concessa scende dai 2,7 ai 2,4 metri. Ma al di là delle visioni politiche, diciamo che sarà più facile sciogliere vecchi nodi aggrovigliati e ottenere l’abitabilità anche per i sottotetti.
Tra le altre principali misure approvate, ha spiegato il ministro Matteo Salvini, il superamento del regime di doppia conformità anche per le “variazioni essenziali” e per gli immobili con vincoli storici, artistici e ambientali (purché le difformità siano lievi), la sanatoria per i vincoli ante 2006, la semplificazione dei cambi di destinazione d’uso e l’ampliamento dei casi di tolleranza negli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024. Anche porticati e tende bioclimatiche rientrano poi tra le nuove categorie di interventi in edilizia libera. Ciò che manca nel testo è la cosiddetta norma salva-Milano, sulle autorizzazioni edilizie per gli immobili nel mirino della procura per presunti abusi, stralciata in commissione.
E dunque, superate le polemiche politiche, destinate a restare un giorno su giornali e notiziari tv, ecco i punti principali del provvedimento che va ora all’esame del Senato, appunto in questa settimana, nella sintesi elaborata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit).
MICRO APPARTAMENTI – Sarà possibile rilasciare il certificato di agibilità. La superficie minima per una persona scende da 28 a 20 metri quadrati, e per due persone da 38 a 28 metri quadrati. Anche le altezze minime interne sono ridotte da 2,70 a 2,40 metri. I locali devono essere in edifici migliorati o ristrutturati per garantire condizioni igienico-sanitarie idonee. Restano in vigore le deroghe per corridoi, disimpegni,
bagni, ripostigli e comuni montani sopra i 1.000 metri. La norma guarda a studenti e lavoratori nelle grandi metropoli.
CAMBIO DESTINAZIONE D’USO – Si è resa uniforme la disciplina, senza distinzione se con opere o senza. Per il mutamento senza opere sarà richiesta la Scia, mentre per quello con opere sarà necessario essere in possesso del titolo per l’esecuzione. Per le unità al primo piano o seminterrate, il cambio è regolato dalla legislazione regionale che permette ai comuni di individuare le zone consentite.
TOLLERANZE – Si introducono novità per le tolleranze negli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024. Per unità immobiliari sotto i 60 metri quadrati, sono tollerati scostamenti fino al 6%. In zone sismiche, il tecnico deve riferirsi alle norme tecniche vigenti al momento dell’intervento, ma l’amministrazione può prescrivere interventi per rispettare le norme attuali. Inoltre, vengono eliminati gli adempimenti del tecnico per la salvaguardia dei diritti dei terzi, riducendo così i suoi compiti.
STATO LEGITTIMO – Per determinare lo stato legittimo si farà riferimento all’ultimo titolo abilitativo rilasciato, fermo restando che spetta all’amministrazione competente verificare la legittimità dei titoli pregressi. L’emendamento chiarisce che le difformità sulle parti comuni non influenzano lo stato legittimo
delle singole unità immobiliari e viceversa.
PORTICATI E TENDE BIOCLIMATICHE – Il Salva casa include nuove categorie di interventi in edilizia libera, come la possibilità di realizzare vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti (cosiddette “VEPA”) in tutti i porticati, rientranti o meno all’interno dell’edificio, e l’installazione di strutture di protezione dal sole e dalle intemperie, tipo tende a pergola con telo retrattile o elementi regolabili, comprese le cd tende “bioclimatiche”.
PROROGA TERMINI DI DEMOLIZIONE – Passano da 90 a 240 i giorni entro i quale vanno sanati gli abusi dopo che il dirigente comunale ha richiesto la rimozione di interventi abusivi indicando che l’area verrà acquisita gratuitamente dal Comune. Questo se ci sono gravi esigenze di salute o socio-economiche
SANZIONI PER FINIRE OPERE INCOMPIUTE – Per dare una soluzione concreta alla problematica delle opere comunali incompiute e al crescente fabbisogno abitativo, parte delle risorse destinate ai
Comuni saranno specificatamente destinate alla realizzazione di interventi di rigenerazione urbana, finalizzate anche all’incremento dell’offerta abitativa.
SOTTOTETTI – E’ stato approvato un emendamento per il recupero dei sottotetti che, nei limiti e secondo le procedure previste da ciascuna regione, consente di derogare ai limiti di distanza tra case.
SANATORIA PER VINCOLI ANTE 2006 – Si prevede una sanatoria anche per gli interventi soggetti a vincoli che, prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei beni culturali del 2006, pur essendo stati autorizzati dal Comune, non avevano il preventivo accertamento della compatibilità paesaggistica.
SUPERAMENTO DOPPIA CONFORMITÀ ANCHE PER DIFFORMITÀ SOSTANZIALI – Le leggi regionali trattano in modo diverso le “parziali difformità” edilizie. Ora si estende il regime semplificato del decreto-legge anche alle “variazioni essenziali” per uniformare le regole. La procedura semplificata si applica anche agli immobili con vincoli storici, artistici e ambientali, purché le difformità siano lievi. Infine, si limita
il tipo di interventi prescrivibili dagli sportelli unici per rilasciare il titolo in sanatoria. L’obiettivo è rendere più semplice e uniforme la sanatoria degli interventi edilizi. Si introduce anche una nuova norma per regolarizzare interventi edilizi eseguiti in parziale difformità rispetto al titolo prima dell’introduzione del permesso di costruire, con una procedura semplificata per titoli rilasciati prima del 1977.
VAJONT – Per rispondere alle esigenze che da tempo affliggono i cittadini delle zone devastate dalla catastrofe del Vajont si agevola l’ottenimento del certificato di abitabilità o di agibilità per tutti gli immobili ricostruiti che sono stati colpiti dall’evento catastrofico. Così il certificato di collaudo o di regolare esecuzione dei lavori varrà a tutti gli effetti come certificato di abitabilità o di agibilità.