Massa: consigliere comunale Pd aggredisce capogruppo leghista. Condanna dei Dem: “Applicheremo codice etico”
MASSA – Al termine del consiglio comunale di Massa, il consigliere del Pd Stefano Alberti avrebbe aggredito il leghista Filippo Frugoli. La denuncia arriva dal segretario regionale della Lega, Luca Baroncini. Ma il Pd della Toscana interviene ufficialmente sull’episodio, condannando il gesto del proprio rappresentante. E chiedendo l’applicazione del codice etico da parte del Pd massese.
Baroncini scrive: “Quanto accaduto al termine del Consiglio comunale aMassa, dove il capogruppo Lega Filippo Frugoli è stato aggredito dal consigliere del Pd Stefano Alberti, è un fatto da condannare senza se e senza ma. Chi usa violenza non deve rappresentare le istituzioni e sono certo che un partito come il Pd chiederà al consigliere di dimettersi”.
“Al giovane Frugoli dico di andare avanti – aggiunge Baroncini -: la democrazia è una cosa seria e la sua passione e il suo impegno per la città non devono fermarsi di fronte all’odio e all’intolleranza. Questo gesto arriva da un rappresentare di un partito che spesso accusa chi la pensa diversamente di estremismo. Questo modo di comportarsi invece? E menomale che si auto chiamano ‘i democratici'”.
Da Firenze arriva però la nota del Pd che “esprime profondo dissenso e condanna per quanto accaduto durante il consiglio comunale di Massa. La nostra comunità democratica respinge da sempre ogni forma di violenza, sia essa fisica o verbale, motivo per il quale non possiamo accettare il comportamento del nostro consigliere comunale Stefano Alberti”.
E ancora: “Siamo fermi sostenitori e promotori della convivenza civile e democratica, del dibattito sano e costruttivo che scade mai nella violenza o in forme di intolleranza, in qualsiasi luogo ma soprattutto nelle sedi istituzionali che devono essere da esempio per la cittadinanza. Confidando che la nostra posizione rifletta quella del partito locale, ci aspettiamo che vengano promossi tutti gli approfondimenti e le iniziative in conformità con il codice etico del Partito Democratico”.