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Olimpiadi, boxe: Angela Carini si ritira e piange. “Un pugno m’ha fatto troppo male”. Meloni: “Non era una gara pari”

Angela Carini in ginocchio dopo i pugni di Imane Khelif (Foto Ansa)

PARIGI – E’ durato appena una quarantina di secondi il match di Angela Carini contro la pugile algerina Imane Khelif, nella categoria 66 chili dei pesi welter. Dopo un paio di duri colpi al volto la 25enne napoletana ha infatti deciso, in lacrime, di abbandonare il match, al centro di mille polemiche per via dell’identità sessuale di Imane Khelif, che un anno fa ai mondiali non aveva potuto combattere per i livelli ormonali fuori norma. Il Cio, però, dopo ulteriori verifiche, aveva dato l’ok.

“Picchia troppo forte, non è giusto”, avrebbe detto l’italiana. Dopo che i giudici hanno validato la sua scelta con il verdetto ufficiale, l’azzurra si è inginocchiata sul ring e ha pianto. Affermando poi: “Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta”. Angela Carini spiega così, ancora in lacrime, il suo repentino abbandono nel match contro la pugile Imane Khelif. “Esco a testa alta”, ha aggiunto l’azzurra.

“Non ero d’accordo con la scelta del 2021, non sono d’accordo oggi, ringrazio Angela Carini per come si è battuta anche non siamo riusciti a vederla, abbiamo visto solo dei piccoli flash…”. “Si è ritirata” fanno notare i giornalisti alla premier Giorgia Meloni a Casa Italia e lei aggiunge: “Mi dispiace ancora di più, mi ero emozionata ieri quando ha scritto combatterò’ perché in queste cose sicuramente conta anche la dedizione, la testa, il carattere. Però poi conta anche poter competere ad armi pari. E dal mio punto di vista non era una gara pari”.

I colpi erano partiti prima di mettere i guantoni. Il Coni aveva chiesto al Cio che “i diritti di tutti gli atleti siano conformi alla carta olimpica e ai regolamenti sanitari”, ovvero alle regole sulla complicata questione del gender. La boxe italiana, già sotto choc per le eliminazioni dei suoi azzurri di punta, è preoccupata dal pugno di pietra della Khelif, incrociata da Carini nei collegiali di Assisi, e che la messicana Brianda Tamara definì “peggio di quelli di tanti sparring partner uomini”. La stampa algerina si era indignata, perche’ l’Italia parla di ‘transgender’, ma la polemica politica cominciata dalla conferma del Cio che Khelif era ammessa al torneo come l’altra pugliatrice dal testosterone alto, Lin Yu Ting di Taiwan.


Paulo Soares

redazione@firenzepost.it

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