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Israele, Onu ammette: 9 dipendenti Unrwa coinvolti con Hamas il 7 ottobre. Tajani lavora contro escalation

L’attacco delo 7 ottobre a Israele

NEW YORK – Saranno molto probabilmente licenziati, nove dipendenti dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi Unrwa che “potrebbero essere stati coinvolti” negli attacchi del 7 ottobre sferrato da Hasmas contro Israele. Lo fanno sapere le Nazioni Unite stesse attraverso il portavoce Farhan Haq: “Abbiamo informazioni sufficienti per le misure che stiamo prendendo, ovvero, il licenziamento di queste nove persone”.

Intanto gli Stati Uniti chiedono a tutte le parti coinvolte in Medio Oriente di “evitare l’escalation”. Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, riferendo dei colloqui avuto da Antony Blinken con le controparti egiziane e del Qatar. “L’escalation non giova a nessuno e soprattutto danneggia quei milioni di civili che vogliono vivere in modo pacifico”, ha aggiunto.

E’ frenetico – e in gran parte segreto – il lavoro che impegna in queste ore le diplomazie per cercare di evitare un conflitto che potrebbe estendersi all’intero Medio Oriente, e forse anche al di là dei suoi confini. Il presidente americano Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con il re di Giordania Abdallah, dopo una missione ufficiale del ministro degli Esteri di Amman a Teheran e una segreta che, secondo una testata kuwaitiana, sarebbe stata effettuata in Iran da una delegazione statunitense. Mentre in questo scenario complicato entra anche Mosca, con una missione nella Repubblica islamica di Serghei Shoigu, attuale segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale ed ex ministro della Difesa russo.

La Russia è stata accusata dalla televisione israeliana Channel 14 e da alcuni blogger militari di avere fatto arrivare all’Iran negli ultimi giorni munizioni e missili ipersonici Iskander, gli stessi utilizzati contro le forze ucraine, per un possibile impiego in un eventuale conflitto con Israele. Nessuna conferma ovviamente da Mosca, mentre l’agenzia Tass ha scritto che la visita di Shoigu – che ha incontrato tra gli altri il presidente iraniano Masud Pezeshkian – ha lo scopo di discutere “un vasto spettro di questioni relative alla cooperazione bilaterale”, oltre che questioni legate alla “agenda globale e regionale”.

Media iraniani avevano affermato tra l’altro che Teheran aveva già impiegato missili ipersonici Kheibar di propria produzione nell’attacco dimostrativo contro Israele nella notte tra il 13 e il 14 aprile scorsi.
Nel frattempo l’inviato speciale russo per il Medio Oriente Mikhail Bogdanov e l’ambasciatore dell’Arabia Saudita a Mosca, Abdel Rahman bin Suleiman Al-Ahmad, hanno lanciato un appello a un “cessate il fuoco immediato nel conflitto israelo-palestinese” al fine di favorire una “de-escalation della situazione militare e politica estremamente tesa in Medio Oriente”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha intanto parlato con i leader dell’Arabia Saudita e degli Emirati arabi uniti, con i quali, ha detto, ha condiviso un appello a “tutti gli attori” di questa crisi perché diano prova di “moderazione per evitare una conflagrazione regionale”.

Gli Stati Uniti si sono detti sicuri che Teheran voglia comunque procedere con l’attacco a Israele in tempi ravvicinati e Biden ha riunito il suo staff per la sicurezza nella Situation Room dopo avere parlato con il re giordano Abdallah. Il sovrano hashemita aveva fatto recapitare ieri dal suo ministro degli Esteri Ayman Safadi alle autorità iraniane un messaggio in cui auspica che la comunità internazionale riesca a prevenire un conflitto. Amman aveva contribuito a intercettare il bombardamento iraniano di quasi quattro mesi fa su Israele. Non è possibile sapere se si appresti a contribuire alla difesa dello Stato ebraico anche nell’eventualità di un nuovo attacco di Teheran.

Da parte sua, invece, l’Egitto ha messo in chiaro che rimarrà neutrale, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa qatarina al-Araby al-Jadeed.Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha intanto fatto sapere di avere avuto un “importante e lungo colloquio telefonico” con il suo omologo israeliano, Yoav Gallant.
L’Italia continua a lavorare “per favorire il dialogo, stemperare la tensione ed evitare una gravissima e pericolosa escalation”, ha sottolineato Crosetto in un post su X. Lo stesso network è stato usato da Gallant per dare notizia della telefonata con un post in cui definisce il ministro italiano un “amico”. “Grazie ministro, per la sua solidarietà, la sua leadership e la sua ferma posizione sulla questione iraniana”, ha aggiunto il titolare della Difesa israeliano.

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