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Trump torna su X e si fa intervistare da Musk. Senza copione e argomenti liberi. Monito dell’Ue

Elon Musk (Foto d’archivio)

Tutti possono trasformarsi in giornalista televisivo,avvicinarsi a un microfono e intervistare un candidato alla presidenza Usa? Modestamente, dall’alto (o dal basso) dei miei 52 anni di giornalismo professionale, penso di no. Perchè non è solo questione di tecnica, o di appropriatezza delle domande, ma soprattutto di etica e deontologia, ossia valori e principi che mi guidano da sempre. Ma qui, nell’intervista annunciata di Elon Musk a Dionald Trump, giocheranno, probabilmente, più interessi: quello di Musk di diventare protagonista e quello di Trump di riguadagnare terreno sui sondaggi, visto che Kamala Harris sembra ormai più avanti di almerno sei punti.

Negli improbabili panni dell’anchor, in diretta e in prima serata (le 20 ora di Washington), Musk ha fatto domande, sulla propria piattaforma X, a Donald Trump. Molti si chiedono a quale gioco giochi la strana coppia, ma pare che entrambi abbiano il loro tornaconto, a partire dal ritorno del tycoon su una piattaforma in crisi.

“Non c’è un copione e non ci sono limiti di argomento, quindi dovrebbe essere molto divertente! Se avete domande e commenti specifici, pubblicateli nella chat”, ha invitato Musk pubblicizzando l’evento. Il commissario Ue al mercato interno, Therry Breton, lo ha messo subito un guardia invitandolo a rispettare la nuova legislazione europea sui servizi digitali in termini di controllo e rimozione di contenuti problematici o illeciti. Minacciando altrimenti di “utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, comprese misure temporanee, per proteggere i cittadini europei”.

Per il tycoon, come detto, è innanzitutto un’occasione per riprendersi la scena dopo che i riflettori restano puntati sul nuovo tandem dem: con Kamala Harris che lo sta superando nei sondaggi e per la prima volta – secondo un sondaggio Financial Times-University of Michigan Ross School of Business – anche nella gestione dell’economia (42% a 41%), che insieme all’immigrazione era un tema dove Trump era sempre stato avanti. Per The Donald c’è inoltre l’opportunità di raggiungere un pubblico più ampio di quello dei suoi comizi o delle interviste su Fox News, rispolverando il suo vecchio account da 88 milioni di follower: un profilo sospeso dopo l’assalto al Capitol del 6 gennaio 2021, rispristinato da Musk un mese dopo l’acquisto di Twitter nel 2022 ma mai usato se non una volta, il 24 agosto 2023, per postare la sua foto segnaletica e chiedere donazioni elettorali.

In coincidenza con l’intervista di Musk, Trump ha rotto il silenzio con alcuni post. Finora il tycoon, pur incassando anche milioni di dollari dal Pac creato dall’amico Elon, aveva preferito restare sulla propria piattaforma Truth social – quotata in Borsa tra alti e bassi – dove però ha solo 7,5 milioni di seguaci. Musk spera in un ritorno stabile che rinnoverebbe l’interesse per X, indebolita durante la sua gestione dalla sua deriva destrorsa e antisemita, dalla carenza di moderazione dei contenuti e dalla fuga degli inserzionisti.

Nel frattempo gli tiene bordone sulla piattaforma: l’ultimo attacco è contro Kamala “la comunista”. “Trump è comprato e pagato da miliardari estremisti e anti-lavoratori, ed Elon sa che Trump gli darà elargizioni fiscali sconsiderate a spese della classe media”, gli ha risposto la campagna di Harris, evocando la possibile contropartita per l’uomo più ricco del pianeta che, dopo aver sostenuto il democratico Joe Biden nel 2020 e il repubblicano Ron DeSantis a inizio 2024, ha dato il suo endorsement a Trump il giorno dell’ attentato.

Ma oltre al ritorno di The Donald su X, Musk potrebbe avere altre mire. Innanzitutto contenere la contrarieta’ del tycoon (nonchè del suo vice Vance e dei repubblicani) ai sussidi green che hanno contribuito in modo determinante al successo di Tesla.

“Sono a favore delle auto elettriche. Devo esserlo, perché Elon mi ha sostenuto con forza. Quindi non ho scelta”, ha già virato Trump in un comizio di inizio agosto. Ma c’è anche chi guarda più lontano: “Tesla non è la sua meta finale”, ha osservato Andrew Ward, professore di management alla Lehigh University, sottolineando le partecipazioni di Musk in settori che vanno dall’intelligenza artificiale all’esplorazione spaziale alla neuroscienza. Musk, a suo avviso, potrebbe “sacrificare parte dell’interesse a breve termine in Tesla se ciò soddisferà gli interessi a lungo termine delle sue ambizioni”.


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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