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Giorgia Meloni all’Onu: “Inaccettabile la guerra della Russia a una nazione sovrana”. Migranti: l’esempio del Piano Mattei

Giorgia Meloni (Foto Governo.it)

NEW YORK – Al vertice del futuro, all’Onu, Giorgia Meloni ha illustrato il punto di vista dell’Italia. Ha sforato i 5 minuti previsti, così le hanno tolto l’audio. Però è riuscita ad affermare: ” Viviamo un tempo di crisi, però le crisi nascondo sempre una opportunità. Del resto la parola crisi deriva dal greco crisis, che significa scelta, decisione: le crisi costringono a mettersi in discussione, a schierarsi, non consentono di tentennare. Nessuno stato puo’ governare le crisi del nostro tempo, per questo l’Italia e’ una convinta sostenitrice del multilateralismo e della sua istituzione piu’ rappresentativa che e’ l’Onu, nella quale ogni voce viene ascoltata: il luogo nel quale siamo chiamati ad imparare, a capirci e a rispettarci”.

E ancora: “Le sfide che la storia ci ha messo di fronte sono numerose e multiformi: il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali ed economiche, le crisi umanitarie e sanitarie, la criminalita’ transnazionale, i conflitti armati a partire dall’inaccettabile guerra russa nei confronti di una nazione sovrana come l’Ucraina, che rendono sempre piu’ precaria la sicurezza internazionale. Di fronte ad uno scenario cosi’ complesso noi non abbiamo altra scelta che agire”.

“Dobbiamo pensare in modo nuovo – ha continuato – la cooperazione tra le nazioni. L’Italia lo fatto col piano Mattei, un piano di investimenti pensato per cooperare con le nazioni africane attraverso un approccio che non è né paternalistico né caritatevole né predatorio ma basato sul rispetto e sul diritto per ciascuno di competere ad armi pari. E’ la nostra ricetta per promuovere lo sviluppo di un continente troppo spesso sottovalutato, per costruirne la stabilità e garantire un diritto che fino ad oggi è stato negato a troppi giovani: il diritto a non dover emigrare”:

Giorgia Meloni ha ribadito la posizione italiana sulla riforma del consiglio di sicurezza, che non puo’ “prescindere dai principi di uguaglianza, democraticita’ e rappresentativita’”.

“La riforma – ha spiegato – ha un senso se viene fatta per tutti e non solo per alcuni. Non ci interessa creare nuove gerarchie e non crediamo che esistano nazioni di serie A e di serie B. Esistono le nazioni, con le loro storie, le loro peculiarita’ e i loro cittadini che hanno tutti gli stessi diritti perche’ gli individui nascono tutti liberi e uguali. Eccolo il ruolo del multilateralismo: non un club nel quale incontrarsi per scrivere inutili documenti zeppi di buoni propositi, ma il luogo nel quale si devono fare i conti con l’urgenza delle decisioni”.

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