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Nuoro: uccide moglie e figlia, spara ad altri 2, a sua madre e a un vicino. Poi si ammazza

Giuseppina Massetti e la figlia Martina (foto dai social)

NUORO – Strage apparentemente senza motivo: un operaio di 52 anni, anche sindacalista, Roberto Gleboni, appassionato di armi sportive, ha ucciso la moglie, Giuseppina Massetti, Giusy per tutti, 43 anni, sua figlia Martina di 25, ha ridotto in fin di vita il più piccolo dei tre figli, Francesco, e il vicino di casa Paolo Sanna, 69, poi è andato a casa di sua madre 83enne, Maria Esterina Riccardi, dove pare si fosse trasferito da qualche tempo, ha sparato anche a lei. Infine si è tolto la vita. L’altro figlio, 14enne, non è in pericolo: sotto choc, sopravviverà alla strage che si è consumata sotto i suoi occhi.

Tutto è accaduto stamani, 25 settembre 2024, alle 7, a Ichnusa, nel quartiere di Monte Gurtei, alle 7 del mattino. La madre di Giuseppina, Carmela, cerca la figlia. Quando le dicono che anche l’adorata nipote, Martina, è morta, crolla e viene portata via da un’ambulanza.

Il dolore, a Nuoro, trafigge l’intera comunità. E si fa più acuto, ogni volta che emerge un dettaglio, un particolare, una sfumatura in questa agghiacciante vicenda. Martina, la figlia maggiore avuta da Giusy a soli 18 anni, adorava suo padre, quel padre che questa mattina non ha esitato ad ammazzarla: la tesi della laurea in Giurisprudenza, presa nel 2022 e seguita da tirocini in tribunale dove era praticante, Martina l’aveva dedicata a lui, al suo carnefice, con una frase da brividi: “A mio padre, l’amore più grande della mia vita”.

L’amore più grande, che l’ha tradita, che ha tradito sua madre, che voleva sterminare tutti come testimonia il fatto che i colpi di pistola sono stati sparati tutti all’altezza della testa delle vittime.Poche settimane fa Martina e sua mamma Giusy avevano pubblicato un post sui social con la didascalia “No alla violenza sulle donne”, sempre insieme, vicinissime. E ora è inevitabile chiedersi se ci fosse un messaggio mirato oltre all’adesione alla campagna di sensibilizzazione di ActionAid.

Le testimonianze su Roberto Gleboni sono contraddittorie. C’è chi lo descrive come tranquillo e gentile, c’è chi invece ne parla come di una persona aggressiva e maniaca del controllo. Di sicuro, nessuno aveva intuito la verità e nessuno aveva mai lontanamente immaginato cosa stesse per succedere.

Il piccolo Francesco, 10 anni, lotta fra la vita e la morte, durante la giornata si sono rincorse voci sulla sua morte cerebrale, poi l’ospedale San Francesco di Nuoro ha chiarito che si trova in Rianimazione in condizioni disperate come Paolo Sanna, il vicino allertato dagli spari e intervenuto per vedere cosa stesse succedendo nella casa di sua sorella in cui i Gleboni vivevano in affitto.Le indagini di polizia e carabinieri sono coordinate dai sostituti procuratori di Nuoro Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto.

Nel primo pomeriggio si è riunito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Alessandra Nigro. Sabato mattina, nel cimitero comunale del capoluogo barbaricino, il medico legale Roberto Demontis, che ha già eseguito un esame esterno dei tre corpi, effettuerà l’autopsia. Intanto, il comune ha annullato tutti gli eventi previsti nei prossimi giorni, mentre nel giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino. In una città stravolta.

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