Appalti stradali: 9 indagati per presunte tangenti. Perquisite sedi Anas di Milano e Roma
ROMA – Nove le persone indagate, sette sono funzionari ed ex funzionari di Anas, (società estranea ai fatti), tra le persone coinvolte nell’inchiesta della procura di Milano su una presunta corruzione legata ad appalti pubblici. L’indagine riguarda i reati di corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e turbata libertà degli incanti. Le perquisizioni, che riguardano nove persone e tre società che si occupano di manutenzioni stradali e autostradali, sono state eseguite anche nelle sedi Anas.
L’indagine della procura di Milano vede al centro appalti per 400 milioni di euro e presunte tangenti “per 300-400 mila euro”. Nel mirino l’assegnazione di quattro appalti che nasconderebbero presunte tangenti che solo per l’appalto della strada statale 340 Regina – variante della Tremezzina – sfiorano gli 846 mila euro. L’appalto della statale che scorre lungo il lago di Como era stato vinto dal ‘Consorzio Stabile Sis società consortile per azioni’ per poco più di 388 milioni di euro e avrebbe permesso, dal 2018 al 2021, a Eutimio Mucilli, dipendente Anas (società estranea all’indagine) dal 1989, “una cifra complessiva di 360.074,72 euro” e a Stefano Liani responsabile di Anas – struttura territoriale Toscana con ufficio a Firenze – “una cifra complessiva di 485.896 euro”, di cui 70mila sarebbe finiti al fratello Luigi, anche lui indagato, amministratore unico di Lavori e Costruzioni srl.
Tra gli indagati figurano i fratelli Luigi, Marco e Stefano Liani, i primi due imprenditori e il terzo responsabile di Anas spa – Struttura territoriale Toscana. Indagato anche Eutimio Mucilli, responsabile che avrebbe ‘intascato’ dal Consorzio Sis una tangente per alcuni lavori sulla Variante Tremezzina.
Tre le società coinvolte: Lavori e Costruzioni srl riconducibile a Luigi Liani, Nuove Iniziative spa e Consorzio stabile 3 Emme (riconducibile alla famiglia Liani, da quanto emerge negli atti della procura). Tra le persone perquisite dalla Guardia di finanza anche il funzionario Vincenzo Giarratana, l’ex dirigente del Mit Giovanni Proietti – tra gli imputati per il crollo del Ponte Morandi – e Mauro Ernesto Pelagalli, il quale – come Giovanni Proietti e Marco Liani – sono stati convolti “in un vasto procedimento penale del 2002/2003 in materia di corruzione e turbative di appalti all’interno di Anas”, finito con l’assoluzione in via definitiva. Nel decreto di perquisizione, “sembra emergere che Pelagalli – come Giarratana pubblico ufficiale di Anas e profondamente legato ai membri della famiglia Liani, per consolidati e risalenti rapporti personali e professionali – strumentalizzi il proprio munus publicum favorendo l’assegnazione e lo svolgimento di lavori pubblici alle aziende riconducibili a Marco e Luigi Liani”, ma resta da comprendere “se tali abusi da parte degli esponenti di Anas siano collegati – come appare del tutto verosimile risultando altrimenti inspiegabile il comportamento dei pubblici ufficiali – a qualche forma di utilità che gli stessi ottengano dai Liani”
E ancora tra gli indagati figurano Alberto Brentegani consigliere di amministrazione dell’Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova che avrebbe nominato Giovanni Proietti quale direttore dei lavori di due lotti dell’autostrada A4 Brescia-Soave il quale avrebbe “dirottato”, in maniera ancora da approfondire, i benefici sul figlio 27enne Nicholas (anche lui indagato) di 27 anni, ossia “un appartamento e di un’automobile pagati dalla società Nuove Iniziative spa, anch’essa appartenente al gruppo Liani”.