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Bankitalia: crescita ferma allo 0,8%. Allarme su sostenibilità e pensioni

Bankitalia Spa
Banca d’Italia

Perplessità di Bankitalia sulle previsioni di crescita del governo. Palazzo Koch avverte che, con la revisione Istat, il Pil potrebbe inchiodare quest’anno allo 0,8%, due decimi di punto percentuale in meno rispetto a quella soglia psicologica dell’1% fissata dal governo, che sperava di non tornare a parlare di ‘crescita dello zero virgola’.

Non solo: il governo ha indicato una strategia “comprensibile” programmando misure espansive, ma che non è “esente da rischi” perché, spiega Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento Economia e Statistic , “non è certo che il miglioramento dei conti dell’anno in corso abbia natura pienamente strutturale” e data l’elevata incertezza delle stime macroeconomiche, “anche piccoli scostamenti dai piani di bilancio potrebbero rendere difficoltoso riportare, come pianificato dal Governo, l’indebitamento netto sotto la soglia del 3 per cento del prodotto nel 2026 e, più in generale, conseguire il profilo del debito delineato nel Piano”.

Ma soprattutto, la sirena d’allarme scatta su un terreno caro alla Lega e oggetto di discussioni nella maggioranza, quello delle pensioni. “Assume rilevanza l’intenzione di rendere strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro” perché, spiega via Nazionale, “verrebbe meno a livello aggregato l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni che, nel medio periodo, caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza”.

Non è solo Bankitalia a parlarne. La Corte dei Conti ritiene “fondamentale” ridare certezza e stabilità al quadro normativo, dopo gli interventi temporanei degli ultimi cinque anni, considerando un “approccio che consideri la sostenibilità di lungo termine del sistema tanto sotto il profilo finanziario quanto dal punto di vista sociale”, si raccomanda il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite Enrico Flaccadoro, e “resta da affrontare il tema di come garantire una maggiore flessibilità in uscita preservando le caratteristiche proprie del sistema contributivo”.

Per il Cnel c’è “un urgente bisogno” di una riforma organica, con il presidente Renato Brunetta che chiede che “le modifiche sulle regole di indicizzazione debbano essere condivise e comunque apportate con cautela, soprattutto nel caso di sistemi a ripartizione e misti, in quanto basati sul patto tra generazioni e sulla salvaguardia del valore reale degli assegni nel tempo”. Del resto, l’Istat avvisa che “le ipotesi sulle prospettive della speranza di vita a 65 anni presagiscono una crescita importante, a legislazione vigente, dell’età al pensionamento”.

Ovvero “rispetto agli attuali 67 anni, si passerebbe a 67 anni e 3 mesi dal 2027, a 67 anni e 6 mesi dal 2029 e a 67 anni e 9 mesi a decorrere dal 2031, per arrivare a 69 e 6 mesi dal 2051”.Anche per l’ufficio parlamentare di bilancio, che ha validato il quadro delle previsioni macroeconomiche pur sottolineando l’aumento di rischi di matrice estera, ci sono delle perplessità. “Con i nuovi dati” diffusi dall’Istat “la previsione sulla crescita del PIL reale del 2024 è soggetta a rischi al ribasso, per un paio di decimi di punto percentuale”, sottolinea la presidente Lilia Cavallari secondo cui però ” le ripercussioni sulle stime di finanza pubblica potrebbero essere trascurabili”.

Ma anche la realizzazione del Piano “è soggetta ad alcuni elementi di incertezza”, perché “assume la piena attuazione del PNRR e la prosecuzione dell’impegno a realizzare riforme e investimenti lungo l’intero orizzonte di programmazione” e “sono presenti rischi di natura generale e sistemica derivanti dalla transizione demografica, dall’impatto dei cambiamenti climatici e della transizione energetica, nonché dall’incertezza geopolitica”.


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Sandro Bennucci

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