Israele: drone contro la casa di Netanyahu. Iran: “E’ stato Hezbollah”
TEL AVIV – Hezbollah avrebbe tentato di vendicarsi uccidendo Benjamin Netanyahu. Un drone ha ‘bucato’ la difesa aerea israeliana ed è riuscito ad arrivare sulla casa del primo ministro israeliano che ha subito accusato “gli alleati dell’Iran” di aver tentato di ucciderlo. Ma da Teheran sono venuti in tempi da record una secca smentita e l’attribuzione dell’attacco a Hezbollah. “Questa azione e’ stata intrapresa da Hezbollah”, ha detto all’agenzia ufficiale Irna una fonte della missione iraniana all’Onu in risposta a una domanda sul ruolo del regime degli ayatollah nell’attacco.
L’ufficio di Netanyahu ha dichiarato che il drone e’ stato lanciato verso la sua residenza nella citta’ centrale di Cesarea, ma lui e sua moglie non erano a casa in quel momento e non ci sono stati feriti. “Il tentativo da parte di Hezbollah, rappresentante dell’Iran, di assassinare me e mia moglie oggi e’ stato un grave errore”, ha affermato “Chiunque provi a danneggiare i cittadini di Israele paghera’ un prezzo elevato”.
Cesarea si trova a circa 20 chilometri (12 miglia) a sud dell’area della citta’ di Haifa, che Hezbollah ha regolarmente preso di mira. Hamas, Hezbollah e i gruppi alleati sostenuti dall’Iran nella regione hanno giurato di continuare a combattere anche dopo che le truppe israeliane hanno ucciso il leader del movimento palestinese Yahya Sinwar a Gaza. “Hamas e’ una realta’ in Palestina che nessuno puo’ ignorare, nessuno puo’ distruggere”, ha detto sabato alla TV di stato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi dopo aver incontrato un rappresentante di Hamas a Istanbul. I palestinesi stanno vivendo “orrori indicibili” nel nord della Striscia di Gaza, ha denunciato su X il capo umanitario ad interim delle Nazioni Unite Joyce Msuya, mentre continuano a non vedersi spiragli nei tentativi di negoziare il rilascio di 97 ostaggi ancora tenuti dai miliziani a Gaza.
Durante una manifestazione a Tel Aviv per sollecitare un accordo, Iris Shahar-Lavi, zia della soldatessa israeliana prigioniera Naama Levy, ha detto che la morte di Sinwar “rende molto ansiosi per il suo destino, ma anche molto fiduciosi che forse questa (la morte di Sinwar, ndr) sia l’occasione per siglare un accordo”.