Firenze: fra David e Cupola del Brunelleschi l’orco non c’è. Bimba coreana ritrovata dopo 12 ore. Grazie alla polizia
Anche una cronista di “nera” come la sottoscritta, abituata a tintinnar di manette e a riconoscimenti penosi sul tavolo dell’obitorio, qualche volta riesce a raccontare una storia a lieto fine. Credetemi, è stata una soddisfazione, sfogliando le notizie della Questura di oggi, 23 ottobre 2023 (i miei colleghi anziani lo chiamavano “mattinale”, ora è diventata una mail) sapere che una bambina coreana di 12 anni, smarrita in via Cavour la mattina, è stata ritrovata, la sera, dagli agenti della Mobile, e dalla disperata mamma, poche centinaia di metri più su: fra Duomo e Campanile di Giotto. Spaesata, forse affamata, ma estasiata
La vicenda, racconta il vecchio “mattinale”, è cominciata intorno alle 10.30 in via Cavour dove, all’uscita di un fast food, in mezzo alla confusione, la mamma coreana ha perso di vista la bambina. La mani fra i capelli: che cosa fare? Lei, turista per caso, non parla italiano, nè francese, nè inglese, nè tedesco, nè spagnolo. Allora via di corsa per le strade e i crocicchi del centro di Firenze alla ricerca della bimba, o meglio del giubbino bianco che aveva addosso quando l’ha persa di vista.
E allora? Cammina, cammina, come nelle novelle di una volta, non in mezzo al bosco, ma in una città indaffarata e distratta, il che è forse peggio, guarda di qua e guarda di là. Con una paura addosso, quella ancestrale che tutti noi troviamo negli incubi: l’orco. Ossia qualcuno che potesse trovare la coreanina prima di lei. E non osando pensare alle conseguenze.
Alla fine, dopo aver girato e rigirato centro storico e zona stazione Santa Maria Novella, decide di tornare nell’appartamento dove alloggiano, nell’immediata periferia. Con una speranza: che la bambina fosse tornata, da sola, nella “casa fiorentina”. Ma all’improvviso l’incontro che tutti, negli attimi di forte apprensione, vorremmo fare: gli agenti della Polfer. Ai quali, finalmente, racconta la sua angoscia. E dai quali parte l’allarme a tutte le pattuglie: “Bambina scomparsa a Firenze”.
Allertata naturalmente la Sala Operativa della Questura e delle altre Forze di Polizia. Radio che gracidano, auto con la sirena che sgommano. Ricerche affannose fino a quando, ormai a tarda sera, fra Duomo e Campanile di Giotto, spunta il giubbino bianco della coreanina. Sana, salva, stupita. Ma addirittura contenta. Perchè fra abbracci e lacrime, e con gli agenti che la festeggiano, racconta di aver passato 12 ore, appunto mezza giornata, “in giro, a vedere la città”. Muta e attonita, come scriverebbe il poeta. E come chiude la storia la cronista, poco propensa a vergare versi, ma soddisfatta, almeno per una volta, di non dover scrivere un pezzo di “nera”: non dovendo nemmeno andare a chiedere conferme alla Procura che in questo periodo, come hanno scritto Ast e Odg, non sarebbe prodiga di notizie. E questa ha potuto essere diffusa senza “visti”.