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Beppe Grillo rivendica: “Ho il diritto di estinguere il Movimento 5 Stelle. Conte faccia pure 22 mandati”

Grillo Si Opera
Beppe Grillo all’avvio del M5S, con Di Maio e Di Battista (Foto d’archivio)

Muoia Sansone con tutti i Filistei? Dopo l’annuncio di Giuseppe Conte – fatto attraverso il nuovo libro di Bruno Vespa – di togliergli i 300mila euro l’anno concordati, Beppe Grillo ha postato un video nel quale rivendica a se stesso il diritto di “estinguere” il Movimento 5 Stelle.

CANDIDATI CATAPULTATI – “Se vogliamo essere sobri e intelligenti – afferma Beppe Grillo – si capisce benissimo che c’è qualcosa che non quadra. Anche queste elezioni in Liguria e in Emilia Romagna, i candidati che appoggiano questo movimento progressista di sinistra chi li ha votati? C’è stata una votazione dal basso? Sarebbe la democrazia dal basso? No, sono stati catapultati dall’alto, messi lì. I soliti giochi della vecchia politica, quindi non è democrazia dal basso ma una bassa democrazia. Non voglio assolutamente fare casino, io rivendico da creatore del movimento il mio diritto all’estinzione del movimento”.

CONTE MAGO DI OZ – “Io – continua Grillo – quando vedo questa bandiera dei 5 Stelle con davanti il mago di Oz che parla di democrazia diretta mi viene un buco nello stomaco. Quindi va benissimo, dobbiamo essere persone civili. Lui si può fare il suo bel partito, si può fare il suo manifesto con la sua faccia – bella, simpatica e sincera – con su scritto ‘Oz e i 22 mandati’. Potrebbe anche arrivare all’8%”.

MOVIMENTO EVAPORATO – E ancora: “Il MoVimento non c’è più, è evaporato. Però come tutte le evaporazioni – come nel caso del mare – poi magari si trasforma in una tromba d’aria, un ciclone. Non lo so. Il MoVimento è compostabile, non biodegradabile. Contiene ancora l’humus, gli zuccheri, le proteine. Ci sono ancora dentro. E’ molto moderno. C’è tutto un mondo da pensare e invece noi ribadiamo una politica stra-morta. Abbiamo candidati tra-passati”.

FETICISMO – “Vorrei – conclude – anche dire due cose io, dopo Bruno Vespa. Anche Vespa si inserisce in questa liturgia terrificante di avvocati e notai. Vespa, già leggere un libro di Vespa è perversione, figurarti metterti dentro con un’intervista lì, e siamo nel feticismo della comunicazione, quindi è tornare a trent’anni indietro”.



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