Elezioni in Liguria: sfida Bucci-Orlando. Senza esclusione di colpi
Elezioni in Liguria, domenica 27 e lunedì 28 ottobre. Andrea Orlando (centrosinistra senza renziani) con Marco Bucci (centrodestra unito). Una sfida in apparenza locale, ma con grande respiro nazionale: non solo per l’importanza strategica di Genova e del suo porto, ma anche perchè, dopo i sondaggi che danno il governo Meloni in ascesa nel gradimento nazionale, Pd e sinistra tentano il colpo per far male proprio all’inquilina di Palazzo Chigi.
Andrea Orlando lancia così la sfida: “Questa amministrazione si è conclusa per l’arresto del presidente Toti e il patteggiamento, ho chiesto a Bucci una parola sulle pratiche usate per le campagne elettorali passate, non ha avuto un minuto. Noi siamo qui per vincere ed evitare il terzo mandato di Toti”.
Dall’altra parte un messaggio di unità per tirare la volata al candidato del centrodestra, Marco Bucci. Arriva dai leader della coalizione arrivati a Genova, all’Auditorium Magazzini del cotone, per la chiusura della campagna elettorale.
Dopo le dimissioni di Giovanni Toti, “fino a qualche settimana fa, la sinistra già cantava vittoria. Noi ci siamo trovati ad affrontare una situazione difficile, pregustavano una vittoria schiacciante. Poi sono tornati a dover fare i conti con la realtà”, scandisce la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che sale sul palco dopo i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, traccia un bilancio dei primi due anni di governo con “la schiena dritta e le idee chiare” e poi incontra una delegazione di balneari in protesta contro la direttiva Bolkestein.“La sinistra continuiamo a farla guardare dal buco della serratura, loro si divertono così, noi intanto lavoriamo”, attacca Meloni. Avanti con le riforme (giustizia, premierato e autonomia), è il mantra.
Poi sottolinea: “Siamo una coalizione compatta che sta insieme per scelta, non per interesse. E questo fa la differenza con qualsiasi campo largo”. Le fa eco il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia: “Non siamo una coalizione elettorale ma politica, che Berlusconi ha fondato nel 1994. Noi – aggiunge Tajani – non andiamo in frantumi di fronte alla prima difficoltà. Governeremo ancora insieme uniti: non si illudano su possibili divisioni, non ci sono mai state. Gli elettori ci vogliono vedere uniti”.
Il leader della Lega, rivolto agli alleati, rimarca: “Provano a dividerci” ma “noi siamo diversi, non dico superiori. Io mai nella vita penserei di sconfiggere un avversario politico con i tribunali, con i giudici e con gli arresti. Questo atteggiamento lo lasciamo ai compagni. Ma noi non dobbiamo mai sfilacciarci, perché siamo scomodi. Se siamo compatti, governiamo la Liguria e il Paese per i prossimi trent’anni”.
Sul voto pesa anche l’incognita maltempo. L’ultimo giorno di campagna elettorale è segnato dalla pioggia e le previsioni non lasciano ben sperare neanche per i giorni di apertura dei seggi. Tajani si rivolge ai cittadini di questa regione, segnata dalla tragedia del Ponte Morandi (“Se tutti quelli che distruggevano i castelli di sabbia avessero fatto costruire la Gronda, magari non sarebbe caduto”) e lancia un appello: “Mettetevi le calosce e andate a votare. Dobbiamo battere il generale Inverno che non è nostro amico, però ce la possiamo fare”.
I leader fanno quadrato attorno a Bucci. Per Meloni “mettiamo in campo l’uomo migliore che il centrodestra ligure potesse vantare. Non smetterò mai di ringraziarlo”. “So che per lui – sottolinea – non è stata una scelta facile e leggera. Considero osceno che la salute sia stato un elemento per attaccare Bucci”. E Salvini, dal canto suo, sbotta: “Permettetemi solo dieci secondi di miseria umana e compassione per quelli che hanno usato la salute di Bucci: sono piccoli uomini”.
In platea le bandiere di Fratelli d’Italia, più numerose, sventolano accanto a quelle di Forza Italia e della Lega. L’evento al Porto Antico di Genova, che si tiene a una manciata di chilometri dal Teatro Politeama dove i leader del centrosinistra si sono dati appuntamento per dare sostegno ad Andrea Orlando. Si vota, come detto, domenica e lunedì.