Libano: feriti 4 soldati italiani della base Unifil. Tajani: “Missili di Hezbollah”. Giorgia Meloni: “Sono indignata”
BEIRUT (LIBANO) – Sono rimasti feriti, ma fortunatamente non risultano in pericolo di vita, quattro militari italiani della missione Unifil, dopo che la base nel sud del Libano dove si trovavano è stata colpita, oggi 22 novembre 2024. I quattro, caschi blu della Brigata Sassari, sarebbero stati colpiti in seguito all’esplosione di due razzi da 122 millimetri, lanciati probabilmente da hezbollah, che hanno colpito la base Unp 2-3 di Shama.
I due razzi hanno colpito un bunker della base, che non ha ceduto, e un locale nei pressi della polizia militare internazionale, provocando danni alle infrastrutture circostanti. Alcuni vetri, a causa dell’esplosione si sono frantumati colpendo i quattro militari.
La Brigata Sassari ha assunto il comando del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) ad agosto scorso e rimarrà nell’area operativa sino a febbraio. I 500 ‘dimonios’ della Sassari appartengono al Comando Brigata, al 151/o Reggimento fanteria, al Reggimento logistico, al 5/o Reggimento genio guastatori di Macomer e al 45/o Reparto Comando e Supporti Tattici “Reggio”.
TAJANI – Quelli che hanno colpito la base Unifil “dovrebbero essere due missili, da quello che si vede, lanciati da Hezbollah. Ancora una volta è inaccettabile quello che sta accadendo e così come abbiamo detto a Israele di prestare la massima attenzione”, così “diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare. Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane hanno sbagliato”. E’ quanto ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Torino. “Pare che nessuno abbia ferite gravi, si tratta solo di escoriazioni e un luogotenente pare abbia ferite leggere. Nessuno di loro è in pericolo” ma “è intollerabile quanto accaduto”.
“Deve essere molto chiaro che questa organizzazione” di Hezbollah “non può pensare di giocare con le armi, se non le sanno usare decidano di fare altro. Lo dico con grande determinazione e fermezza, i militare italiani non si toccano”, ha ribadito il vicepremier.
“La situazione non è facile” ma i militari italiani “sono nei bunker e non ci sono feriti gravi, assolutamente, ma questo non significa che non si debba prestare la massima attenzione, anche se ci sono combattimenti in corso, nei confronti di forze che hanno garantito la separazione tra Israele e Hezbollah, sono forze di pace e non di guerra e proprio per questo motivo nessuno deve toccarle. Noi continueremo a lavorare perché possano svolgere sempre di più un ruolo di portatrici di pace. Noi siamo fieri e vicini a tutti i nostri militari che sono impegnati in Libano, sono la parte migliore del nostro Paese e sono vicino a tutti coloro che indossano l’uniforme e sono impiegati in missione all’estero”.
MELONI – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha detto: “Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di UNIFIL nel sud del Libano, che hanno causato anche il ferimento di alcuni nostri militari impegnati in missione di pace. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano. Ribadisco ancora una volta che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di UNIFIL e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili”.
CROSETTO – Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha affermato: “È intollerabile che, ancora una volta, una base di Unifil sia stata colpita. Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.