Carabiniera suicida a Firenze: annullata l’archiviazione. Legale della famiglia: “Vogliamo la verità”
FIRENZE – Archiviazione annullata. Si indagherà ancora sull’archiviazione dell’inchiesta per la morte di Beatrice Belcuore, la 25enne carabiniera di Castelnuovo di Farfa (Rieti) che il 22 aprile 2024 si tolse la vita sparandosi con la pistola di ordinanza nella Scuola marescialli e brigadieri dell’Arma a Firenze.
I familiari della militare non era stati avvisati della richiesta di archiviazione -presentata dalla procura l’estate scorsa e poi accolta dal gip – nonostante avessero chiesto di essere informati, come prevede la legge. Per questo è stato annullato il provvedimento, spiega l’avvocato Riziero Angeletti, legale dei genitori della 25enne.
“Ora proporremo opposizione all’archiviazione perché vogliamo conoscere la verità. La Procura dimostri con esaustività di aver fatto tutto il possibile e necessario per arrivare a una conclusione, poi accetteremo pacificamente un’archiviazione”, spiega sempre il legale, annunciando: “Chiederemo la riesumazione della salma per eseguire l’autopsia e depositeremo tre consulenze: una medico legale, un’altra dello psicologo forense e una terza del tecnico informatico sui messaggi contenuti nel cellulare”.
Il legale solleva una serie di dubbi: “Non sappiamo nulla sul foro di entrata e su quello di uscita. Una cosa è certa: se il colpo è entrato a sinistra e lei è destrorsa qualcuno dovrà spiegarmi cosa è successo. Inoltre perché lo sparo non è stato sentito dalle donne delle pulizie? La pistola era munita di silenziatore?”.
Fa poi riferimento a una telefonata: “Quella mattina Belcuore litigò al telefono con una terza persona, ma non risulta dagli atti chi fosse il suo interlocutore. Sia chiaro – conclude -, non vogliamo scoprire chi l’ha uccisa, vogliamo sapere la verità”.
“La recente decisione del giudice Francesco Ponzetta, che ha annullato il provvedimento di archiviazione del caso, rappresenta un importante passo avanti verso la verità”, commenta Unarma, associazione sindacale carabinieri, destinataria a maggio scorso di una lettera in cui i familiari della giovane carabiniera avevano denunciato un presunto clima di vessazioni all’interno della Scuola tali da causare alla giovane, che era al secondo anno di corso, uno stato di costante stress e disagio che potrebbe averla indotta al suicidio.
La vicenda di Beatrice Belcuore “è una ferita aperta che ha profondamente colpito la nostra comunità”, commenta ancora Unarma ricordando di essersi mobilitata “sin dal primo momento per portare alla luce quanto accaduto, offrendo supporto alla famiglia e chiedendo che fosse fatta piena chiarezza sulle circostanze di questo dramma”.