
Onu: dichiarazione contro le sanzioni Usa alla Cpi. Ma l’Italia non firma

NEW YORK – Dichiarazione congiunta di 79 paesi membri dell’Onu contro le sanzioni degli Usa alla Corte penale internazionale. Dichiarazione congiunta, che l’Italia non ha firmato. Ci sono invece i big della Ue (Germania, Francia, Spagna) e la Gran Bretagna tra i firmatari che criticano le sanzioni Usa all’organismo internazionale, sostenendo che “comprometterebbero gravemente tutte le situazioni attualmente sotto inchiesta, poiché la Corte potrebbe dover chiudere i suoi uffici sul campo”, oltre ad “aumentare il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciare di erodere lo stato di diritto internazionale”.
L’iniziativa della dichiarazione congiunta è stata avviata da un gruppo di 5 Paesi: Slovenia, Lussemburgo, Messico, Sierra Leone e Vanuatu. Tra i Paesi firmatari, che costituiscono circa due terzi dei Paesi che hanno ratificato lo statuto di Roma sulla Cpi, non c’è l’Italia, ma – oltre a Gran Bretagna e Canada – ci sono quasi tutti i membri dell’Ue, ossia Francia, Germania, Belgio, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Lussemburgo, Estonia, Spagna, Cipro, Lettonia, Croazia, Austria e Malta.
La dichiarazione arriva poco dopo che le Nazioni Unite hanno chiesto agli Stati Uniti di revocare le sanzioni alla Cpi. “Deploriamo profondamente le sanzioni individuali annunciate ieri contro il personale della Corte e chiediamo che questa misura venga revocata”, ha dichiarato la portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani.
Da parte sua, la rappresentante speciale dell’Onu sull’indipendenza dei giudici, Margaret Satterhwaite, ha detto che “Il ruolo della Corte penale internazionale è più cruciale che mai”, perché il tribunale “è l’eredità dei processi di Norimberga, per non permettere mai che i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità restino impuniti”.
