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Maggio Musicale: torna in scena «Norma». Dopo 47 anni

Prove di Norma al Maggio (diffusione foto ufficio stampa)

FIRENZE – Torna finalmente a Firenze Norma di Vincenzo Bellini, dopo un silenzio di ben 47 anni (l’ultimo a dirigerla al vecchio Comunale fu Muti): sarà in scena al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino da domenica 9 marzo alle 17; sul podio Michele Spotti; in scena, nelle parti principali: Jessica Pratt è Norma; Maria Laura Iacobellis è Adalgisa; Mert Süngü veste i panni di Pollione; Riccardo Zanellato è Oroveso. Nuovo allestimento del Maggio, con regia di Andrea De Rosa. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini. Le scene sono di Daniele Spanò, i costumi di Gianluca Sbicca, le luci sono di Pasquale Mari e i movimenti coreografici sono curati da Gloria Dorliguzzo.

La ricomparsa del titolo, dopo l’inspiegabile lunga assenza, è marcata da un paio di dettagli ragguardevoli: il ritorno alla partitura originaria, abbassata dallo stesso Bellini in occasione della prima, e a un’Adalgisa soprano coi centri forti invece che mezzosoprano come spesso si sente: sarà una voce già nota agli habitués del Maggio, che hanno apprezzato la sua debordante Clorinda nella Cenerentola dello scorso settembre. Jessica Pratt ha rifiutato di interpretare norma almeno una volta all’anno da quando ne aveva 28 (voleva misurarsi prima con La straniera e con Beatrice di Tenda); però l’ha fatta parzialmente in concerto in Cina e la studia da un pezzo; avrebbe dovuto debuttare il ruolo negli USA lo scorso aprile, ma si è ammalata; poi a Catania lo scorso gennaio, ma dovette abbandonare precipitosamente la produzione per accorrere al capezzale del padre in agonia in Australia.

Debutta dunque a Firenze, ma ha fatto molte prove per gli spettacoli saltati e si sente tranquilla, anche perché molto a suo agio – parole sue – col direttore, col cast e col regista. Così, sentiremo Casta diva in Sol maggiore (eseguito dalla Pratt, che ora appare all’apice della carriera, può essere un’esperienza davvero memorabile).

Quanto a De Rosa – che torna a curare uno spettacolo a Firenze dopo essere stato assistente di Mario Martone per l’Antigone che aprì il 70º Festival del Maggio e aver messo in scena Goyescas di Enrique Granados del gennaio 2016 – ha sottolineato come la ‘sua’ Norma (titolo con cui si è già confrontato a Caracalla nel 2012) non punti a ricostruire in modo certosino gli ambienti descritti nel libretto ma neppure ad attualizzarlo in modo eccessivo: “Definirei il mio allestimento di Norma una reinterpretazione, vale a dire la traduzione del contesto dell’opera in ottica moderna. Quindi non ci troviamo esattamente nella Gallia invasa dai romani, ma siamo comunque in un qualche Paese occupato da milizie straniere”. 

Un altro aspetto decisamente importante è la messa in funzione dei nuovi ponti mobili della Sala Grande del Maggio, essenziali per questa nuova messinscena: “L’opera richiede una doppia scenografia, ossia una esterna per il plot storico, quello della dominazione romana sulla Gallia, l’altra interna per il plot privato, la vicenda intima di Norma, Pollione e Adalgisa, in cui ho chiesto ai cantanti di recitare come attori di prosa: per passare rapidamente da una scenografia all’altra, il Teatro del Maggio mette in funzione per la prima volta il nuovo sistema di ponti mobili. Pensando invece ai soldati invasori, che sono parte essenziale della vicenda, e per dar corpo alla loro ferocia, ci siamo ricordati delle sevizie perpetrate dai militari statunitensi a danno dei detenuti nel carcere iracheno di Abu Ghraib”.

Reduce dai successi della Sonnambula, nel 1831 Vincenzo Bellini è chiamato a comporre l’opera inaugurale per la nuova stagione scaligera di Carnevale. Il soggetto scelto dal compositore e dal librettista Felice Romani è Norma, ou L’infanticide, tragedia in cinque atti di Louis-Alexandre Soumet, rappresentata con successo nell’aprile dello stesso anno a Parigi. La scelta è dettata non solo dagli elementi di sicuro effetto teatrale già presenti nel dramma – ambientazione storica nella Gallia di epoca romana, due donne rivali in amore, un voto tradito, un infanticidio solo ventilato (nella versione operistica), un finale catartico con il sacrificio di Norma e Pollione riuniti nella morte – ma anche dall’incredibile cast vocale su cui Bellini può contare per quella stagione.

Al suo debutto, il 26 dicembre 1831, Norma vede infatti riunite sul palco due voci femminili di primaria grandezza: il soprano Giulia Grisi nel ruolo di Adalgisa, la giovane ministra del tempio inconsapevole rivale di Norma, e Giuditta Pasta, primadonna capace di spaziare dalla tessitura del contralto a quella di soprano, nei panni della fiera sacerdotessa dei druidi tradita da Pollione. Dopo la tiepida accoglienza iniziale, Norma diventerà una delle opere più amate.

Repliche martedì 11 e venerdì 14 marzo alle 20 e domenica 16 marzo alle 15.30. Biglietti da 10 (solo ascolto, in vendita solo in biglietteria da quando la sala è piena) a 130 per la prima e a 110 per le repliche; pochi posti rimasti per le domeniche; maggior disponibilità per gli infrasettimanali; acquistabili anche direttamente su https://www.maggiofiorentino.com/events/norma

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