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Prato: sfruttava operai e clandestini, turni di lavoro massacranti. Arrestata imprenditrice cinese

Gdf Mugello

PRATO – I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura, hanno arrestato un’imprenditrice cinese, legale rappresentante della società Oceano Tex srl di Prato, operante nel commercio all’ingrosso di tessuti.

La donna è accusata di sfruttamento della manodopera irregolare, di favoreggiamento all’immigrazione e di autoriciclaggio, insieme al datore di lavoro di fatto dell’impresa cinese. L’indagine, avviata a seguito di approfonditi accertamenti, spiega il procuratore Luca Tescaroli, ha consentito di individuare l’azienda, situata nella zona Fontanelle, sospettata di impiegare lavoratori in nero e irregolari.

Durante l’intervento sono stati individuati 6 operai privi di regolare contratto, 4 di origine cinese e 2 pakistani, di 2 due cittadini cinesi clandestini impiegati illegalmente. Le indagini hanno consentito di arrestare l’imprenditrice in flagranza di reato per impiego di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno e di appurare condizioni di sfruttamento e violazioni delle norme di sicurezza. In particolare, è emerso un contesto lavorativo altamente vessatorio e disumano, spiega il procuratore Tescaroli: i dipendenti erano costretti a turni massacranti di 12 ore al giorno o più, sette giorni su sette, senza riposo settimanale, e ricevevano lo stipendio esclusivamente in contanti, senza alcuna forma di tutela previdenziale.

Ulteriori verifiche condotte dal Gruppo Antisfruttamento dell’Asl Toscana Centro e dal comando provinciale dei vigili del fuoco di Prato hanno evidenziato gravi violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro, “confermando il totale disprezzo delle misure di tutela per i dipendenti”, sottolinea la Procura. Parallelamente, nel corso delle perquisizioni eseguite presso la sede aziendale e l’abitazione dell’indagata, sono stati rinvenuti e sequestrati denaro e beni di lusso: 89.070 euro in contanti, parte dei quali occultati all’interno di un armadio; tre orologi di lusso (due Patek Philippe e un Rolex), per un valore complessivo di circa 160.000 euro. Questi beni sono stati sottoposti a sequestro in quanto ritenuti provento del reato di autoriciclaggio, ipotesi che sarà approfondita nelle fasi successive delle indagini.


Gatto

Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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