
Strage di Viareggio: sentenza ter il 27 maggio. Procura generale ha chiesto la conferma delle condanne

FIRENZE – Arriverà il 27 maggio 2025, intorno alle ore 14, la sentenza del processo ter per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009, che provocò 32 morti e un centinaio di feriti. Lo ha annunciato oggi pomeriggio il presidente del collegio dei giudici, Alessandro Nencini, al termine dell’udienza. Dopo che la Procura generale aveva chiesto la conferma delle condanne per tutti gli imputati.
Era stata la Corte di Cassazione a ordinare un nuovo appello per i 12 imputati per ridefinire la quantificazione della pena relativamente all’applicazione delle attenuanti generiche. La Suprema Corte aveva annullato la sentenza della Corte d’appello fiorentina nella parte in cui aveva operato una diminuzione di pena (pari a un nono) a seguito del riconoscimento delle circostanze attenuanti agli imputati della misura minore rispetto a quella massima di un terzo della pena con motivazione ritenuta insufficiente.
Gli imputati sono: Mauro Moretti (presente in aula), ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex Ad di Ferrovie dello Stato, condannato a 5 anni di reclusione; l’ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, Michele Mario Elia a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni; Mario Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni, a 2 anni, 10 mesi e 20 giorni; Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima riparazioni, a 2 anni, 10 mesi e 20 giorni; Mario Castaldo, ex direttore divisione di Cargo Chemical, a 4 anni.
Tra gli altri imputati dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci. “Gli imputati non meritano ulteriori sconti di pena”. Il sostituto procuratore generale Salvatore Giannino ha chiesto alla Corte d’Apppello di confermare le pene già determinate per i 12 imputati “negli stessi termini quantitativi” stabiliti dalla precedente sentenza di secondo grado.
Il pubblico ministero della Procura di Lucca, applicato in Corte d’appello, avendo seguito tutti i gradi del procedimento, ha ribadito che agli imputati deve essere applicata solo una diminuzione di un nono della pena a seguito del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche rispetto a quella massima di un terzo.
“Dal 2021 nessuno degli imputati, a fronte di una colpevolezza definitivamente accertata – ha detto tra l’altro Giannino – ha mostrato segni di resipiscenza, nessuno ha mai ammesso le colpe, nessuno ha mai proposto un risarcimento a titolo personale”.
Secondo il sostituto procuratore generale, gli imputati in tutti i gradi del processo hanno insistito “nella fuorviante rappresentazione della realtà” dei fatti accaduti per alleggerire le proprie responsabilità, costruendo “uno schermo processuale” a loro difesa. Gli imputati “non hanno mai mostrato nessun segno di rammarico o comprensione della devastante portata degli eventi conseguiti alle proprie colpe accertate, nè detto anche solo una parola di comprensione sull’immane tragedia”.
Giannino ha sostenuto, inoltre, che le motivazioni per le quali si debba applicare solo un nono circa le attenuanti generiche si trovano già nella precedente sentenza d’appello: “Si tratta solo di rimpaginare il quadro generale e le condotte specifiche”, in linea con i principi di diritto estratti da innumerevoli precedenti della Suprema Corte, indicati nella requisitoria dal Pm Giannino e che porterebbero univocamente a tale soluzione.
Tutti gli avvocati difensori dei 12 imputati al processo per la strage ferroviaria di Viareggio hanno chiesto alla Corte d’appello di Firenze di applicare ai loro assistiti la massima riduzione della pena, pari a un terzo, in base alle attenuanti generiche. In aula erano presenti gli imputati Moretti, Elia e Castaldo. I familiari delle vittime e i loro avvocati, come in tutte le tappe di questa lunghissima vicenda giudiziaria, erano presenti in aula. Alle parti civili, la Corte d’Appello ha concesso “il diritto di tribuna”, ma non hanno potuto interloquire nel procedimento.
