
Esplosione di Calenzano: avvisi di garanzia a 9 persone e ad Eni. Tentativo di ostacolare le indagini

PRATO – Il procuratore di Prato Luca Tescaroli ha fatto notificare avvisi di garanzia alla società Eni spa, e a nove persone – sette dirigenti di Eni e due della società appaltatrice Sergen – per le ipotesi, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali per l’esplosione del 9 dicembre 2024 al deposito Eni di Calenzano (Firenze), che causò la morte di cinque persone e ingenti danni materiali.
Lo ha reso noto oggi, 19 marzo 2025, lo stesso Tescaroli durante una conferenza stampa. Nelle indagini, ha spiegato il procuratore, sono emerse condotte di responsabilità oggettiva da parte di Eni s.p.a. La società “è oggetto di illecito amministrativo” anche “per la condotta di uno dei nove indagati, il quale avrebbe “tentato in qualche modo di ostacolare le indagini” sulle cause dell’esplosione creando una cartella documentale emersa più di un mese dopo l’esplosione. Nella cartella, con documenti e appunti che compaiono per la prima volta il 27 gennaio, si dà conto della richiesta di Eni a Sergen di rimuovere due valvole.
CHI SONO GLI INDAGATI – Gli indagati che ricevono dalla procura di Prato sono: Patrizia Boschetti, come datore di lavoro committente responsabile della struttura organizzativa e gestione operativa del centro Eni spa di Roma; Luigi Collurà dirigente con delega di funzioni sulla sicurezza del deposito Eni di Calenzano; Carlo Di Perna, responsabile manutenzioni e investimenti depositi Centro Eni spa; Marco Bini, preposto Eni richiedente il permesso di lavoro che ha classificato l’attività di Sergen.
Elio Ferrara, preposto Eni che ha autorizzato il rinnovo del permesso di lavoro a Sergen per il 9 dicembre 2024; Emanuela Proietti responsabile del servizio prevenzione protezione (Rspp) di Eni; Enrico Cerbino , responesabile del progetto esterno (project manager external) per le Manutenzioni e investimenti depositi Centro (Eni); Francesco Cirone, datore di lavoro e Rspp della impresa esecutrice Sergen srl di Viggiano (Potenza); Luigi Murno, preposto della Sergen. Sono indagati a vario titolo per omicidio plurimo colposo, lesioni colpose e disastro colposo.
TESCAROLI – “Se le pompe” di carico delle autobotti al deposito Eni di Calenzano (Firenze), “fossero rimaste chiuse come dovevano dalle ore 9 alle ore 15 del 9 dicembre 2024, sarebbero andati persi circa 255.000 euro di guadagni”. Lo ha evidenziato il procuratore Tescaroli secondo una stima realizzata nell’inchiesta sull’esplosione.
Nelle ipotesi di accusa a carico di Eni spa, il procuratore capo di Prato rileva che che “gli interventi di manutenzione, quel giorno, non potevano e non dovevano essere portati avanti in presenza del normale carico delle autocisterne”. Tra gli elementi per cui, invece, fu continuato a pompare benzina e gasolio nelle linee di carico e proseguì il flusso di camion cisterna mentre venivano fatte attività di manutenzione accanto, viene considerato dall’inchiesta anche il vantaggio economico stimato per quella giornata in quel deposito di Calenzano.
