
Prato: fine Ramadan nella parrocchia. Messa a disposizione dal vescovo Nerbini

PRATO – Fine Ramadan in un ambiente cristiano: ossia in una parrocchia. E’ successo a Prato, dove centinaia di musulmani nel cortile di una parrocchia per la celebrazione della fine del Ramadan. E’ successo oggi, 30 marzo 2025, a Prato, la città italiana con più stranieri del Paese in rapporto alla popolazione residente, nel complesso di San Domenico, messo a disposizione dal vescovo Giovanni Nerbini.
Al termine della celebrazione, gli imam del centro islamico bengalese di Prato, che conta circa 500 aderenti, hanno deciso di andare a ringraziare il vescovo, con cui si sono fermati a prendere un caffè nella centralissima piazza Duomo. È stato più di un incontro interreligioso, spiegano dalla Diocesi, ma un momento di amicizia e di reciproca conoscenza.
“Nei suoi documenti, come la Fratelli tutti, Papa Francesco ci ha ricordato che siamo tutti responsabili della stessa storia e dello stesso mondo – afferma Nerbini -, di fronte a questo noi abbiamo due possibilità: o continuare con le pulizie etniche e religiose come abbiamo fatto nel passato, e come avviene ancora in qualche parte del mondo, oppure andare oltre quello che è stato, non sentirsi nemici, e capire che questa terra ci è data a tutti perché l’abitiamo nella giustizia, nell’amore e nella pace. Credo non ci siano alternative”.
Poco prima dell’alba i bengalesi del Centro islamico, molti quelli che indossavano i tradizionali vestiti colorati da cerimonia chiamati Kurta, hanno sistemato l’ambiente dispiegando tappeti e stuoie per far inginocchiare i fedeli. Il rito, come prevede la tradizione, si è svolto con la divisione tra uomini e donne, con quest’ultime che hanno utilizzato una stanza del complesso. Non è stata utilizzata la chiesa, né altri ambienti dedicati al culto cristiano cattolico. Durante l’incontro in piazza Duomo, il coordinatore del Centro, Mohammad Ajman Hossain, ha chiesto a Nerbini la possibilità di potersi incontrare di nuovo e di utilizzare in futuro gli ambienti di San Domenico, sempre nel reciproco rispetto. Il vescovo si è detto disponibile e ha ribadito l’importanza “di coltivare i rapporti di amicizia, se ci vogliamo bene certamente non spariscono le differenze, ma vanno in secondo piano”.