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Esplosione di Calenzano: indagati 4 dirigenti Eni. L’accusa: scarichi nel fosso Tomerello senza autorizzazione

L’esplosione del 9 dicembre 2024 a Calenzano (Foto d’archivio)

PRATO – In seguito all’esplosione del 9 dicembre 2024 nel deposito Eni di Calenzano, il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, ha inviato quattro nuovi avvisi di garanzia e un decreto di ispezione, perquisizione e sequestro per 4 dirigenti Eni.

Lo fa sapere il Procuratore attraverso una nota. I nuovi atti sono collegati a nuovi scarichi di acque reflue industriali nel fosso Tomerello provenienti dal deposito. I quattro destinatari risultano già indagati per l’inchiesta principale.

Secondo la Procura gli indagati avrebbero “provveduto ad aprire o comunque consentito che venissero effettuati nuovi scarichi” “senza l’autorizzazione unica ambientale (Aua) che avrebbe dovuto essere rilasciata” dalla Metrocittà di Firenze, “mediante l’impiego di un bypass che mette in comunicazione la vasca di fine trattamento del ciclo con il corpo recettore finale”, cioè il fosso.

“Permettevano – si legge nella nota del Procuratore – in particolare lo scarico di acque reflue che hanno determinato una concentrazione di idrocarburi totali nel fosso in questione maggiore del limite autorizzato allo scarico stesso”.

Lo sviluppo delle indagini, spiega la procura di Prato, si collega agli esiti di una consulenza tecnica disposta per verificare eventuali conseguenze ambientali legate a sversamenti e di ulteriori accertamenti. I quattro destinatari delle informazioni di garanzia, affermano ancora i magistrati, sono “Patrizia Boschetti, in qualità di legale rappresentante e datore di lavoro nell’ambito della gestione operativa depositivi Cento Eni spa con competenza anche su” quello di Calenzano, “Luigi Cullurà, in qualità di responsabile del deposito Eni di Calenzano nonchè di responsabile del rispetto della legislazione a tutela dell’ambiente, Emanuela Proietti in qualità di responsabile salute sicurezza e ambiente, titolare” tra l’altro degli adempimenti ambientali” e “Marco Bini, in qualità di responsabile della rete fognaria, delle pavimentazioni e delle infrastrutture”.

Il decreto di ispezione, perquisizione personale e informatica per gli indagati ha riguardato alcune sedi di Eni spa, compreso il deposito di Calenzano dove il 9 dicembre scorso sono morte 5 persone. La procura precisa che l’obiettivo è quello di “verificare la completezza delle risultanze acquisite sino a oggi”, tramite la relazione dei consulenti “e per appurare se sia stato prodotto un inquinamento ambientale nelle acque sotterranee e nelle arterie fluviali, fiumi e fossi, circostanti al deposito”.

È stata inoltre acquisita la documentazione su tutto il procedimento autorizzativo che ha portato al rilascio dell’Aua per il deposito presso gli uffici della Città Metropolitana.

“Le risultanze sin qui acquisite e gli accertamenti espletati nella giornata di oggi – si spiega nella nota della procura firmata dal procuratore capo Luca Tescaroli – sono il frutto di un intenso lavoro effettuato con la massima cautela e attenzione alla ricerca di ogni elemento di prova anche a favore degli indagati, al quale hanno contribuito e stanno contribuendo qualificati consulenti tecnici, gli appartenenti al dipartimento della prevenzione dell’Asli Toscana Centro, dei Carabinieri del Nucleo investigativo reparto operativo del comando provinciale di Firenze e del Noe.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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