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Ucciso da lastra di vetro a Lido di Camaiore: diocesi di Lucca e Massa “ognuno faccia la sua parte”

Ambulanza del 118

LIDO DI CAMAIORE (LUCCA) – L’arcidiocesi di Lucca e la diocesi di Massa Carrara-Pontremoli intervengono insieme sulla morte in un cantiere edile dell’ingegnere Paolo Mariottoni colpito da una lastra di vetro caduta dall’alto. Mariottoni è morto sul lavoro a Lido di Camaiore il 7 aprile ed era residente a Massa (Massa Carrara).

“Ognuno deve fare la sua parte – si legge in una nota congiunta delle due diocesi -. Di fronte all’ennesima morte sul lavoro che colpisce la nostra terra, le nostre comunità, dobbiamo tutti fermarci: imprese, sindacati e politica in primis. In questo momento di lutto e di sconforto, interroghiamoci: ognuno sta facendo la propria parte?”.

“In un’omelia del 2020 – prosegue il testo – Papa Francesco sosteneva che “il lavoro è quello che rende l’uomo simile a Dio, perché con il lavoro l’uomo è creatore, è capace di creare, di creare tante cose; anche di creare una famiglia per andare avanti. L’uomo è un creatore e crea con il lavoro. Questa è la vocazione. E dice la Bibbia che “Dio vide quanto aveva fatto ed ecco, era cosa molto buona” (Gen 1,31). Cioè, il lavoro ha dentro di sé una bontà e crea l’armonia delle cose – bellezza, bontà – e coinvolge l’uomo in tutto: nel suo pensiero, nel suo agire, tutto. L’uomo è coinvolto nel lavorare. È la prima vocazione dell’uomo: lavorare. E questo dà dignità all’uomo. La dignità che lo fa assomigliare a Dio. La dignità del lavoro”.

“Ci chiediamo – proseguono le due diocesi – quante volte questa dignità è macchiata dalle morti, dalle ingiustizie e dallo sfruttamento. Con il dolore nel cuore, per questo ennesimo lutto, l’Arcidiocesi di Lucca e la Diocesi Massa Carrara Pontremoli, attraverso gli Uffici per la pastorale sociale e del lavoro, offrono le loro preghiere per l’ingegnere Paolo Mariottoni, per la sua famiglia e per i suoi collaboratori. E insieme continueranno a chiedere ad ogni tavolo che ognuno faccia la propria parte per la sicurezza sul lavoro. Troppo alto è il prezzo cui stiamo assistendo, e non possiamo più tacere, in nome della vocazione dell’uomo e della sua dignità”. 

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