
Migranti in Albania con le manette: Piantedosi fa sapere che fra loro ci sono rapinatori, stupratori, pedofili

ROMA – E’ polemica sull’ultimo trasferimento di migranti in Albania. Il Pd afferma che alcuni avevano le manette ai polsi. Il ministero dell’Interno fa sapere che fra i trasferiti ci sono persone con una condanna per tentato omicidio, cinque per violenza sessuale, ma anche accuse di adescamento di minori, droga e reati contro la persona o il patrimonio.
Secondo quanto risulta dalle banche dati, sui 40 trasferiti, dieci hanno precedenti penali o di polizia per reati contro la persona, in alcuni casi anche gravi, come il tentato omicidio, la violenza sessuale e le lesioni, 16 per reati contro il patrimonio e sette in materia di stupefacenti. I rimanenti hanno a loro carico violazioni in materia di immigrazione o false generalità. Secondo quanto ha chiarito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per il ”trattenimento” nei Cpr ”viene data priorità a persone che oltre alla condizione di irregolarità, perché non hanno permesso di soggiorno, hanno la condizione di pericolosità sociale desumibile dai precedenti commessi”.
Secondo la normativa nazionale devono essere trattenuti nei Cpr con priorità coloro che siano considerati una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica o che siano stati condannati, anche con sentenza non definitiva, per i reati per cui è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza o di particolare allarme sociale. Piantedosi ha precisato, rispondendo in conferenza stampa a Napoli a chi gli chiedeva chi avesse deciso il trasferimento in Albania dei migranti con le fascette, che ”si tratta di persone trasferite in una condizione di limitazione della libertà personale anche per effetto di un provvedimento assunto dall’autorità giudiziaria” e che tra le ”40 persone trasportate ci sono ben cinque casi di condanne per violenza sessuale, un caso di tentato omicidio, precedenti per armi, reati contro il patrimonio furti, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali”.
Oltre a questi sei migranti, altri quattro trasferiti nel Cpr in Albania, sono considerati pericolosi socialmente. Uno di questi, di origine nordafricana, era stato scarcerato il 30 marzo scorso per un cumulo di pene a un anno e cinque mesi e 27 giorni di reclusione per i reati di porto di armi, furto, resistenza a pubblico ufficiale. Ha riportato più sentenze di condanna per furto, rapina, porto abusivo di armi e lesioni. Risulta inoltre che l’uomo abbia usato più alias, non abbia mai cercato di regolarizzare la sua posizione con richiesta di autorizzazione al soggiorno, restando in completa clandestinità dal suo ingresso sul territorio nazionale.
Il primo fotosegnalamento, dopo l’ingresso irregolare in Italia risale all’8 novembre del 2016. Successivamente è stato più volte arrestato per reati contro il patrimonio e la persona e ha più volte dichiarato false generalità.
Un altro cittadino di origine asiatica era trattenuto per una seconda espulsione emessa a seguito di inottemperanza all’ordine di lasciare il territorio nazionale, in esecuzione della decisione unica di diniego della richiesta di asilo politico formulata nel 2024. Dalla consultazione delle banche dati risultano a carico dell’uomo diversi crimini violenti tra cui maltrattamenti e lesioni personali, minaccia di morte alla ex compagna, rissa e detenzione di sostanze stupefacenti e una violenza a un senza tetto mentre dormiva, aggredito, senza apparente motivo, con pugni, calci e colpi sulla testa con una bottiglia di vetro.
L’uomo era stato poi riconosciuto dalla vittima insieme ad altre quattro persone che avevano partecipato all’aggressione. Un altro migrante di origine asiatica era entrato in Italia nel 2016 ed era stato trattenuto dopo il rifiuto della protezione internazionale a marzo scorso. A suo carico una condanna a otto anni di reclusione, per detenzione di materiale pornografico, pornografia minorile, adescamento di minorenni, violenza sessuale aggravata e pornografia virtuale.
Un cittadino bengalese arrivato in Italia nel 2021, era trattenuto infine in esecuzione di un’espulsione emessa per pericolosità sociale. A suo carico risultano precedenti penali per porto di armi od oggetti atti ad offendere, atti osceni in prossimità di minori, furto aggravato, violenza sessuale ai danni di una ragazza minorenne nella stazione ferroviaria, porto di armi o oggetti atti a offendere. Tutti i 40 migranti trasferiti nel Cpr in Albania, che provengono da diversi Cpr sul territorio nazionale sono destinatari di un provvedimento di espulsione già convalidato da parte della competente autorità giudiziaria.