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Legge Elettorale: il patto del Nazareno regge, ma spacca il Pd e Forza Italia

Renzi e Berlusconi
Renzi e Berlusconi

ROMA – Il patto del Nazareno sembra reggere, Renzi sulla legge elettorale incassa l’ok del Cavaliere e poi il via libera del partito nonostante i 29 della minoranza non votino: «Con buona pace dei frenatori noi andiamo avanti: con prudenza, saggezza, buon senso e equilibrio» spiega. Non si può «aspettare, rallentare perché l’Italia ha già rallentato troppo e nei campi sbagliati. È il momento di accelerare sulle riforme perché siamo qui per non perdere neanche un minuto».

Quando, dopo l’incontro mattutino con Berlusconi, Renzi partecipa alla assemblea dei senatori del suo partito il clima non è idilliaco. Miguel Gotor, dissidente legato a Bersani, presenta un documento firmato da ben 29 senatori del gruppo e avverte: «Noi non arretriamo, è una questione di dare rappresentanza ai cittadini, vogliamo entrare nel merito della legge elettorale». Ad essere messo in discussione sia il merito dell’Italicum, a partire dai capilista bloccati, sia il metodo del prendere o lasciare. Tanto che il Presidente del Consiglio interviene ad ammonire e rassicurare. Ma al momento della conta emerge chiarissima la spaccatura. Per la prima volta da quando è divenuto segretario del Pd, Renzi riceve un gesto di aperto dissenso: i 29 firmatari del documento si alzano e se ne vanno, sbattendo la porta in faccia, senza partecipare alla votazione finale. La linea della segreteria passa con 71 voti: maggioranza piena, ma la vittoria ha il presagio di una scissione. Comunque concludendo l’assemblea dei senatori, Renzi ha glissato e ha proposto «di stare sul testo del senatore Esposito. Facendo così, in 48/72 ore arriveremmo all’approvazione della nuova legge elettorale».

Anche in Forza Italia però la situazione resta tesa, e ci si avvia verso una divisione netta. Berlusconi conferma che Forza Italia «manterrà fede ai patti» e invita i suoi senatori a sostenere «il testo proposto da Esposito», che con un emendamento recepisce l’intero accordo della maggioranza di governo. Raffaele Fitto in aperto contrasto col suo presidente dichiara: «Sulla legge elettorale si sbaglia, così sarà un suicidio».

Resta forte il sospetto che Berlusconi abbia ceduto alle lusinghe di Renzi in cambio della promessa di un nome a lui gradito per il Quirinale. I contestatori nel Pd e in Forza Italia e le opposizioni pensano proprio questo.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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